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Reportage completo da Kaspersky Security Symposium 2010

27/09/2010
- A cura di
Zane.
Sicurezza - MegaLab.it è volato a Monaco di Baviera per assistere al press tour Kaspersky sulla sicurezza informatica. Dagli attacchi mirati di "Operazione Aurora" e Stuxnet ai rogue antivirus studiati per truffare l'utente finale, passando per spam, gaming on-line, virus per Linux (!) e questioni legali. Vi raccontiamo cosa è successo e quali sono le minacce che tenteranno di compromettere i nostri sistemi nel futuro più immediato.

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L'arrivo in hotel è stato piacevole e l'accoglienza dello staff tedesco di Kaspersky assolutamente impeccabile. Al buffet di benvenuto si mangia ottimo cibo, si beve squisita birra (siamo pur sempre a Monaco di Baviera durante l'Oktoberfest!) e si tende a dimenticare che ci si trova ad una press conference ufficiale.

Due chiacchiere con gli altri inviati, uno scambio di battute con alcuni ricercatori e le ore della serata passano velocissime. Non ci sono solo esperti di IT e giornalisti tecnici, ma anche rappresentanti della stampa generalista di tutto il mondo: si tratta, ci fosse ancora bisogno di conferme, di un chiaro segnale di quanto la tecnologia sia uscita dagli stanzini bui degli smanettoni per divenire una presenza fissa nella vita di tutti i giorni.

Ad interrompere quello che potrebbe sembrare più un incontro fra amici che non un appuntamento di lavoro ci pensa, suo malgrado, Eugene Kaspersky in persona.

Una nuova era per la sicurezza

Il numero uno del gruppo porta cattive notizie. Mentre nell'ultima decade i criminali si sono limitati a portare aggressioni finalizzate al profitto economico, lo scenario sta cambiando radicalmente, o quantomeno, si sta integrando in un modo ben più pericoloso.

L'esperto spiega che è importante prepararsi: i Lab hanno infatti tracciato un nuovo tipo di attacco che non prende di mira i personal computer, ma, piuttosto, è indirizzato a sabotare gli impianti di automazione industriale.

Il rischio, ribadisce Mr. Kaspersky, non è più solamente quello di vedersi sottratto il numero di carta di credito oppure subire qualche altro tipo di disagio economico: il pericolo è che ora i criminali possano iniziare a portare vere e proprie azioni di cyber-terrorismo, standosene semplicemente seduti alla scrivania dall'altro capo del mondo.

I bersagli iniziali parrebbero essere le centrali di produzione energetica, comprese quelle nucleari. È quindi facilmente comprensibile, quanto poco rassicurante, il perché uno dei massimi esperti mondiali di sicurezza si dica "fortemente spaventato" per gli incedenti che potrebbero scaturire da un calcolatore aziendale compromesso in questo modo.

Come se questo non fosse sufficiente, si staglia all'orizzonte il sabotaggio degli impianti che producono cibi, bevande e beni di prima necessità: grazie alla possibilità di raggiungere, in maniera più o meno diretta, i calcolatori che regolano e gestiscono gli stabilimenti anche tramite Internet, racconta l'esperto in un dietro le quinte con un gruppo di giornalisti visibilmente turbati, la possibilità che uno scenario apocalittico degno del miglior film di fantascienza possa divenire realtà è un rischio più che concreto.

Il breve intervento si conclude senza troppi dettagli tecnici, per i quali probabilmente ci sarà spazio domani, ma il messaggio è arrivato integro ai reporter in sala: chiaro indicatore che nessuno dei presenti ha sottovalutato le parole del boss è il fatto che riprendere le conversazioni "leggere" iniziate in precedenza è stato tutt'altro che facile, mentre ci si interroga vicendevolmente sui tanti aspetti "oscuri" dell'informatizzazione globale sempre più prominente.

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