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Opera ammonisce: la "schermata di scelta" è inefficace

30/09/2009
- A cura di
Zane.
Mondo Windows - La software house norvegese non è soddisfatta della soluzione messa in campo da Microsoft per porre fine all'indagine dell'UE. "Gli utenti sono accolti da avvisi e troppe domande", tuonano dai piani alti.

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Sono trascorsi ormai parecchi mesi da quando Microsoft ha sottoposto la propria proposta all'attenzione della Commissione incaricata di indagare sul presunto comportamento anticoncorrenziale del gruppo.

L'idea del monopolista per chiudere, una volta per tutte, il procedimento che la vede sotto la lente per il possibile favoreggiamento del proprio Internet Explorer ai danni della concorrenza è piuttosto lineare: dotare anche Windows 7 del browser web di serie, ma, allo stesso tempo, proporre a tutti gli utenti delle ultime tre generazioni del sistema operativo (XP, Vista, 7) una "schermata di scelta", dalla quale l'utente possa decidere in autonomia quale navigatore adottare.

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L'Unione ancora non si è espressa in merito e, ad oggi, la Commissione sta valutando se la variazione possa essere sufficiente a risolvere il caso di abuso di posizione dominante nel quale Microsoft potrebbe essere implicata.

Il monopolista, frattanto, si sta comportando come se la cosa fosse stata accettata: il gruppo ha infatti soppresso la declinazione "E" di Windows 7, ovvero quella sprovvista di Internet Explorer destinata al mercato europeo, ed ha annunciato l'intenzione di commercializzare, anche nel vecchio continente, la build completa e comprensiva del navigatore.

Le critiche di Opera

Opera Software, dalla cui richiesta di chiarimenti sottoposta all'attenzione dell'Unione Europea ha avuto il via tutta l'inchiesta, si è ora detta preoccupata dalla piega che sta prendendo la vicenda, ed ha espresso nuovamente un'opinione contraria ed insoddisfatta circa la soluzione messa sul tavolo da Microsoft.

In particolare, il comitato ECIS nel quale Opera affianca Adobe, Nokia, Oracle, IBM ed altri, accusa il gigante di aver realizzato una videata di scelta scarsamente usabile, definita "intimidatoria e capace di confondere", secondo quanto riportato da The Register.

La critica riguarda l'eccessivo numero di domande e conferme proposte all'utente in caso scegliesse di adottare un browser differente da quello che già equipaggia il sistema operativo. Un esperto, incaricato da ECIS di valutare la situazione, ha riscontrato che l'utente è chiamato ad attraversare sei distinte finestre, comprensive di alcuni avvisi di sicurezza, prima di poter installare un navigatore concorrente. Una scelta che, indubbiamente, potrebbe dissuadere i più.

Un altro aspetto che Opera non gradisce è la decisione di presentare la scelta all'interno di una pagina web visualizzata tramite Internet Explorer: un'applicazione nativa, secondo quanto dichiarato, sarebbe una scelta migliore.

Un terzo punto che impensierisce l'azienda norvegese è la possibilità che gli assemblatori possano sopprimere la videata, effettuando la scelta al posto dei clienti: in tale circostanza infatti, è probabile che i rivenditori possano privilegiare il prodotto più diffuso nel mercato di massa, e quindi quello stesso Internet Explorer che ancora detiene la maggior parte delle preferenze.

Che la Commissione lavori senza fretta

Per tutti questi motivi, il CEO Hakon Wium Lie ha invitato la Commissione ad attuare una scelta ben ponderata e senza affrettare i tempi. L'affermazione appare, in verità, una replica indiretta ad una intervista rilasciata la settimana scorsa da Neelie Kroes, durante la quale il Commissario alla testa delle indagini ha ribadito la volontà di conclude l'indagine in tempi brevi.

"Anche noi siamo ansiosi di chiudere il caso, ma vogliamo che l'accordo raggiunto sia efficace", ha puntualizzato Wium Lie. "Crediamo che l'attuale soluzione sul tavolo non sia un accordo efficace".

Il presidente di Opera ha poi precisato che l'azienda non rifiuta a priori l'introduzione di una schermata di scelta del navigatore, ma ritiene altrettanto importante trattarla come un punto di partenza, attorno al quale tutte le parti coinvolte siano chiamate a studiarne la metodologia implementativa.

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