Punto informatico Network
Canali
20081101075843_1107978128_20081101075831_1169123072_gega.png

Guida operativa a HxD, il bisturi per la rimozione definitiva dei rootkit

28/02/2011
- A cura di
Sicurezza - Gli MBR rootkit ed i rootkit in generale costituiscono infezioni davvero difficili da rimuovere. Ma dove non arrivano i tool antivirali, arriva il disk editor: HxD è un ottimo strumento free che ci permette di eliminare il problema definitivamente e senza grossi problemi. Vediamo come.

Tag

Passa qui con il mouse e visualizza le istruzioni per utilizzare i tag!

rimozione (1) , rootkit (1) , mbr (1) .

Valutazione

  •  
Voto complessivo 4 calcolato su 22 voti

Il motivo che fa ricadere la scelta su HxD è la sua capacità di accedere, oltre ai file, anche direttamente in lettura e scrittura alla memoria RAM e ai dischi rigidi. Questa particolarità è fondamentale per poter procedere con la rimozione delle infezioni da rootkit, in più è completamente gratuito ed è disponibile in Italiano (link per il download), anche in versione portable.

Una volta installato e avviato, il programma si presenterà con questa finestra.

00.HxD.jpg

Andiamo a selezionare la voce Extra, poi la voce Apri disco

00a.HxD.jpg

Si aprirà una finestra dove ci chiederà quale disco aprire. Noi dovremo aprire, per il momento in modalità di sola lettura, il disco fisico (Hard Disk)...

01.HxD.jpg

... per visualizzare il settore 0 del disco, come nell'immagine.

02.HxD.jpg

Soffermiamoci un momento sui pulsanti disponibili nella barra degli strumenti: a parte le icone riguardanti l'apertura di nuovi file e salvataggio, i pulsanti per l'apertura di RAM e dischi, abbiamo tre menu a tendina dove viene indicata la suddivisione in colonne (di default è 16), la codifica dei caratteri (di default è ANSI) e la notazione numerica (di default in notazione esadecimale). Lasciamo tutto com'è.

03.HxD.jpg

Alla voce Settore possiamo scorrere i settori che c'interessano, inserendo semplicemente il numero di quello che vogliamo visualizzare

04.HxD.jpg

I pulsanti invece ci permettono di andare avanti settore per settore oppure di saltare direttamente all'ultimo o al primo.

05.HxD.jpg

Gli Offset sono valori in formato esadecimale che dovremo utilizzare più avanti e ci serviranno per determinare i limiti di scrittura dei settori: in ogni riga ci sono rappresentate 16 coppie di bytes, il cui valore è definito dal numero della colonna, di conseguenza l'offset completo non è il valore numerico che leggiamo nel lato sinistro della finestra, ma va aggiunto alla colonna interessata; ad esempio, le signature del disco sono nell'offset 01FE (bytes 55, riga 01F0, colonna 0E) e nell'offset 01FF (bytes AA riga 01F0, colonna 0F).

06.HxD.jpg

Questo è quanto inizialmente necessario per familiarizzare con HxD, in seguito vedremo come editare i settori e comprendere se sono presenti delle infezioni o meno.

C'è da sottolineare che HxD è da utilizzare solo in caso di reale necessità e sempre dopo aver rilevato delle anomalie e/o problemi nel sistema operativo mediante tool specifici come lo Stealth Rootkit Detector o simili.

Inoltre, per scongiurare il ripresentarsi del problema, è caldamente consigliato effettuare, prima di procedere con l'editing manuale dei settori, una scansione con un qualsiasi rescue disk al fine di rilevare l'eventuale file che ha inoculato l'infezione.

Pagina successiva
Estrapolazione degli estremi di partizione
Pagina precedente
HxD, un bisturi per la rimozione definitiva dei rootkit

 

Segnala ad un amico

Tuo nome Tuo indirizzo e-mail (opzionale)
Invia a:
    Aggiungi indirizzo email
    Testo

    © Copyright 2025 BlazeMedia srl - P. IVA 14742231005

    • Gen. pagina: 0.96 sec.
    •  | Utenti conn.: 172
    •  | Revisione 2.0.1
    •  | Numero query: 45
    •  | Tempo totale query: 0.31