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![]() TagIl Punto di PartenzaDi carne al fuoco mi pare di averne messa abbastanza. Ora parliamo di distribuzioni. Come vi ho detto, le distribuzioni (le "versioni" di Linux sviluppate per la diffusione) sono più di 300. Giustamente (se siete riusciti ad arrivare fin qui) vi starete chiedendo quale sia la migliore (in assoluto) o perlomeno quella che più fa al caso vostro. Sarò sincero, due volte: di queste 300 ne conosco a malapena una dozzina. Sono più che sufficenti per indirizzare chiunque sia alle prime armi e voglia provare questa strada. Personalmente (non si offenda nessuno, quella che segue è la mia modestissima opinione) distinguo le distribuzioni in due grandi categorie. Ci sono quelle facili (lasciando perdere le super facili) e ci sono quelle difficili. Del primo gruppo fan parte quattro grosse distribuzioni, che ritengo facili per due motivi, e cioè perché sono semplici sia da installare che da configurare e utilizzare, sono in sostanza molto user-friendly: Fedora è una distribuzione sponsorizzata da quella che probabilmente è la più famosa Linux Company al mondo, Red-Hat, che circa 3 anni fa ha deciso di dar vita a un nuovo progetto, sviluppando Fedora Core oltre alla già famosa Red Hat Linux. Fedora nasce dalla volontà di lavorare con la propria comunità di utenti e la versione corrente, identificata dal numero 5, è il frutto di un lavoro diretto a costruire un Sistema Operativo completo con solo software open source, richiamandosi a quello che potrebbe essere considerato l'Ideale del software libero, il tutto supportato da lunghissimi periodi di testing che garantiscono una stabilità invidiabile. Decisamente consigliata (non solo a chi è alle prime armi). Delle varie versioni di *ubuntu le due da me linkate sono senza alcun dubbio le più diffuse. Da un certo punto di vista sono identiche (si basano sul medesimo Kernel Debian Sid, mica pizza e fichi!!!) e differiscono principalmente per la scelta dell'interfaccia grafica di default. Ubuntu usa GNOME, mentre Kubuntu usa KDE: non saprei consigliarvi quale scegliere, sono entrambe ottime e alla fine tutto si riduce a una questione di gusti, ma Linus Torvalds in persona si è sentito in dovere di indirizzare la gente verso KDE. Se proprio non si sa scegliere si possono comunque installare entrambi i Desktop Environment. Mandriva è nata poco meno di 10 anni fa con un obbiettivo ben chiaro. Offrire una versione di Linux con un installazione e una configurazione a prova di scimmia. Ci sono riusciti prendendo Red Hat Linux, introducendo KDE come ambiente grafico di default e aggiungendo un installer grafico di chiara lettura, e integrando tutto con un incredibile sistema di formattazione e di riconoscimento delle periferiche e software sempre aggiornatissimo (un pro, e un contro, visto che più aggiornato è il software e più facile è andare incontro ai bug) Suse nasce come versione tedesca di Slackware Linux, ma ha ben presto intrapreso una strada tutta sua fino ad essere acquisita Novell. A questo punto il progetto Suse ha assunto un aspetto che si può definire solo col termine "professionale", garantendo un ineccepibile supporto per i propri utenti e la nomea di "incredibilmente completa". Del secondo gruppo fan parte tre onorate distribuzioni, da me ritenute difficili perché hanno un'installazione molto più articolata e customizzabile e per la profondità e complessità nell'uso quotidiano. E se da un certo punto di vista debian non è cosi proibitiva, installare gentoo è le prime volte un'impresa che può diventare frustrante: Gentoo è assolutamente incredibile, ed è quello che ogni Linuxista sogna di installare con successo almeno una volta nella vita. Il CD di installazione sta in poco meno di 50 mega perché dopo l'installazione del Kernel sarà possibile ottenere tutte le altre applicazioni sfruttando i cosiddetti "ports", derivati dai progetti di BSD. In questa maniera tutto il software viene compilato in maniera da aderire come un guanto alla macchina sul quale viene installato, il che si traduce con due parole: velocità e stabilità. Purtroppo anche a utenti esperti sono necessari alcuni giorni per la sola compilazione del Kernel. Slackware è la più vecchia fra tutte le "distro" in attività. Da affezionato utente ve la sconsiglio con tutto il cuore: mentre tutte le altre distro han cercato di porgere una mano a possibili utenti spaventati dalle difficoltà di un'installazione Slack ha mantenuto una linea dura. Niente fronzoli, nessuna interfaccia grafica per le configurazioni, eliminando tutto quello che potrebbe compromettere l'obiettivo principe: avere un Sistema Operativo a prova di bomba, inattaccabile. Tutto si fa dall'anima di Linux, la shell. Ve lo garantisco io: si impara di più in un mese con questa che in un anno con una qualsiasi altra distro. Provatela, e se saprete domarla non saprete più farne a meno. Ci sono due detti nel mondo di Linux: "se hai bisogno di una mano con il tuo Linux trova un utente Slackware" e "una volta in Slackware è per sempre". Debian è un universo. In continua espansione fra l'altro. Basti pensare a come è strutturata: l'albero delle directory è costituito da tre rami, "stable", "testing" e "unstable" (o "sid" quello dal quale derivano le varie ubuntu) che rappresentano i vari gradi di sviluppo del software in uso il quale, sottoposto a continuo controllo e utilizzo, risale l'albero. Tutto questo garantisce al contempo software molto stabile (il che va a braccetto con "datato") e software molto recente (il che va a braccetto con instabile). Il tutto ovviamente sviluppato, al pari di Fedora, nel più puro ideale open source. Al di fuori di questi gruppi esistono altre distribuzioni (anche se il termine in questo caso non è proprio calzante) che meritano di essere menzionate: La prima, Knoppix, è la più famosa fra le cosidette "Live Distro", quelle che possono essere utilizzate senza essere installate, in questo caso direttamente da CD. FreeBSD invece appartiene a un altro grande gruppo (definito col nome BSD, acronimo di Berkeley Software Distribution), che viene accomunato a Linux per una ragione piuttosto ovvia: Linux è un clone di UNIX, invece BSD ne è un diretto discendente, e seguendo analogamente la filosofia del free software sfrutta le analoghe applicazioni open source utilizzate dal suo "cugino". ConclusioniÈ palese, non sono fatto per scrivere articoli. Ma ho cercato di mettere sotto i vostri occhi, in un discorso di ampio respiro e in maniera comunque sintetica (figuratevi se mi fossi dilungato), tutto ciò che il mondo dell'open source ha da offrire all'utente medio. Linux è nato da una piccola idea personale (all'esordio di Torvalds sarebbe dovuto essere "solo un hobby, non sarà mai grande e professionale come GNU") e forse non sarò stato convincente, ma spero che questo noiosissimo articolo vi abbia almeno messo una pulce nell'orecchio e vi spinga a curiosare nei vari link che vi ho proposto. Vi invito, inoltre, a venire a fare domande e a discutere questi temi (o a insultarmi per la mia incompetenza) sul nostro forum, magari anche per proporci temi e problematiche per i prossimi articoli. ![]() Dal Punto di Vista Tecnico Segnala ad un amico |
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