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GNU/Linux: Perché No?

18/08/2006
- A cura di
mofo.
Linux & Open Source - Alcune ottime ragioni per provare, almeno una volta, Linux sul vostro fedele scatolotto.

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Una Lunga Introduzione: Filosofia Spicciola

"Hello everybody out there using minix -

I'm doing a (free) operating system (just a hobby, won't be big and professional like gnu) for 386 (486) AT clones."

Linus Torvalds - post su comp.os.minix - 1991.

La cosa più importante è dire cosa sia Linux.

Linus_torvalds_thumb_zoom.jpg Linux è un sistema operativo nato agli inizi degli anni'90 dal tentativo di Linus Torvalds di ricreare qualcosa di analogo a Minix, una versione "ridotta" di UNIX creata dal guru dell'informatica Andrew Tannenbaum.

Linux è open source, il che vuol dire, come già spiegato da Zane , che il suo codice sorgente (cioè lo strumento che i programmatori usano per parlare con il loro elaboratore) è di pubblico dominio: chiunque, io, voi, migliaia e migliaia di utenti in tutto il mondo... e persino Bill Gates possono accedere a ciò che Linux è. Inoltre, non solo è possibile leggerlo, ma anche modificarlo e a propria volta rilasciarlo nuovamente, purchè lo si faccia nel rispetto di alcune condizioni, dettate dalle apposite licenze con le quali il software open source viene distribuito.

Le licenze sono numerose e hanno nomi spesso impronunciabili. Si distinguono tra di loro per le differenti filosofie: GPL, LGPL (quella di OpenOffice.org), BSD, MIT... ci sono addirittura licenze specifiche per singoli software, alcune delle quali avete probabilmente accettato facendo finta di aver letto (la licenza di mozilla, Mozilla Public License ne è un esempio).

Richard_stallman.jpg Contrariamente a quanto siamo abituati a fare, ci si dovrebbe riferire al sistema operativo col termine GNU/Linux, e non solo con la seconda parte del nome. Ma di cosa si tratta? GNU (gh-nu, con G gutturale http://www.gnu.org/) è l'acronimo di "GNU's Not UNIX" ed è il nome del progetto che, nato nel 1983 a partire da un'idea dell'ex ricercatore dell'MIT Richard Stallman, si propone di sviluppare un sitema UNIX compatibile libero.

Free Software Foundation nasce da questa idea, con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca GNU, e di "preservare, proteggere e promuovere la libertà di usare, studiare, copiare, modificare e ridistribuire i programmi per computer, e di difendere i diritti degli utenti di Software Libero". Tuttavia, è stato solo molti anni dopo la fondazione, quando nel 1992 Linus Torvalds ha rilasciato la prima versione del suo Kernel come Free Software, che GNU e Linux sono diventati una cosa unica, e un Sistema Operativo completo. Ma GNU e FSF non si occupano solo di OS: al link http://directory.fsf.org/ potete trovare la lista completa del software fino ad ora rilasciato, che include fra i molti (quasi 5000) il famosissimo Desktop Environment GNOME (http://www.gnome.org/), il versatilissimo editor Emacs (sviluppato da Stallman in persona) e l'editor grafico Gimp (http://www.gimp.org/).

La licenza che più ci interessa è pertanto GNU GPL (GNU General Public License), rilasciata da Free Software Foundation e la cui corrente versione risale al Giugno 1991, e che esordisce più o meno cosi:

"The licenses for most software are designed to take away your freedom to share and change it. By contrast, the GNU General Public License is intended to guarantee your freedom to share and change free software--to make sure the software is free for all its users. [... ] When we speak of free software, we are referring to freedom, not price. [... ]"

GNU GPL - http://www.gnu.org/licenses/gpl.html

"Le licenze della maggior parte del software sono progettate in modo di privarti della libertà di condividerlo e cambiarlo. Al contrario, GNU General Public License è diretta a garantire la tua libertà di condividere e cambiare il software libero, e a garantire che il software sia libero per tutti i suoi fruitori. [... ] Quando parliamo di software libero, ci riferiamo alla libertà, non al prezzo. [... ]"

Già, Linux non è necessariamente gratuito. Nulla, nemmeno questa licenza più importante, vieta a nessuno di vendere copie di Linux o di porzioni del suo codice, purchè questo sia ancora una volta concesso con la medesima licenza che invece, come già detto, permette a chiunque di ridistribuirlo gratuitamente, come avviene nella massima parte dei casi.

Quali sono le conseguenze di tutta questa libertà? Un'infinità. La prima, e a mio avviso più importante, è la vasta differenziazione del materiale prodotto: Linux ha circa 300 (trecento) diverse distribuzioni. Alcune sono gratis, alcune sono a pagamento, altre ancora sono gratis ma garantiscono assistenza solo a pagamento. Alcune includono migliaia di pacchetti, come Debian, che ne include più di 15000 (quindicimila), e il cui disco di installazione occupa circa 9 gigabyte, mentre altre sono talmente contenute da poter essere avviate da mini CD, o addirittura da penna USB. Damn Small Linux ne ha fatto la propria bandiera e nonostante si basi su un Kernel Debian (proprio lo stesso...) la sua installazione occupa esattamente 50 (cinquanta) megabyte. Tra questi estremi si colloca una miriade di sfumature, che si distinguono per filosofia oltre che per contenuti, anche perché è inutile nasconderlo, le due tematiche sono strettamente collegate. Vi basterà visitare le varie homepage dei progetti (e come vedrete non sarò parco nel fornirne i link) e questo vi salterà subito all'occhio. Oltre a libertà, le parole d'ordine sono efficienza, stabilità, sicurezza, facilità d'uso, standardizzazione e personalizzazione e dietro ad ogni bandiera, oltre ai veri e propri sviluppatori, ci sono intere comunità di utenti che sembrano rappresentare la vera e propria forza di questo Sistema Operativo.

A suon di "guerre di religione" e continui confronti, il free software va quotidianamente incontro a revisioni e migliorie e sta affrontando a testa alta (e a ragione) il confronto con gli altri sistemi operativi.

Se quando pensate a Linux e al suo utente medio, vedete monitor a fluorescenza e nerds con gli occhiali tenuti assieme da nastro adesivo, vi sbagliate di grosso. Stando all'immaginario collettivo GNU/Linux è qualcosa di incredibilmente difficile da usare ma la realtà (e si nota subito) è un'altra: la verità è che è richiesta una maggiore consapevolezza di quello che state facendo, perché in Linux l'utente comanda, e la macchina esegue. Quante volte vi è capitato di cercare di far fare qualcosa a Windows e vederlo imbizzarrirsi e lanciare sul vostro monitor una tempesta di messaggi di errore? Fra l'altro, nella maggior parte dei casi sono errori ai quali non siete in grado di trovare una soluzione differente dall'ennesimo "domenica formatto". Vi siete mai chiesti cosa succeda quando appare il Fatale Errore FFFFF-FFFFF 2615651203-gasp! -626736? E non vi infastidisce il fatto che nessuno lo risolva?

Per me è cominciato cosi e ho installato su un vecchio PC il mio primo Linux. Lo ammetto, ho dovuto provarci due volte, e ci ho messo una giornata buona a capire come configurare la scheda di rete. Colpa mia, che avevo il cervello vizzo per i troppi anni passati adagiato su un OS, che faceva le cose al posto mio. Ognuno dovrebbe installare Linux almeno una volta nella vita e provare dapprima la sensazione di vergogna di fronte alla propria incapacità, e poi, mano a mano, quella del risveglio post letargo che sopraggiunge, portando grosse soddisfazioni quotidiane. Personalmente son riuscito a far compiere "il grande passo" a una decina di persone, e tutte son rimaste sbalordite, e anche se in alcuni casi non rinunciano a Windows (sembrerà impossibile ma si può fare), ne riducono drasticamente l'utilizzo, e sono felici.

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