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Linux & open source

15/06/2003
- A cura di
Zane.
Linux & Open Source - Presentiamo Linux e la filosofia open source: per capire meglio di cosa si tratta.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Anche MegaLab.it ha una sezione dedicata al Pinguino più famoso del mondo: perché questa scelta? E cosa significa veramente Linux? Niente di più adatto prima di imbarcarsi in una nuova avventura che presentare i protagonisti, e vedere lati positivi e negativi.

open source, GNU, GPL, Linux sono tutti termini che incontreremo, vocaboli di cui ultimamente molti giornalisti di vari livelli amano riempirsi la bocca, spesso in modo inappropriato o solamente perché è "trendy": ma che cosa significa veramente open source? Perdonatemi, ma prima di proseguire, urge una piccola spiegazione tecnica.

Quando un programmatore decide di sviluppare un nuovo applicativo, dal browser che utilizzate per vedere questa pagina all'ultimo gioco 3D, utilizza un foglio bianco, proprio come scrivere un documento di testo. In questa pagina, chiamata "codice sorgente", il programmatore inserisce una serie di comandi particolari che "spiegano" al computer quale operazione svolgere: ad esempio, una serie di comandi per dire "quando il giocatore spinge un tasto, il fucile spara" oppure "quando seleziona il menu avvio appaiono delle icone colorate". Il tutto ha un aspetto che assomiglia a questo:

Fattoriale.gif

Per una serie di motivi "architetturali" in cui non vogliamo addentrarci, questo tipo di "parole" non sono direttamente comprensibili dal nostro PC, e devono quindi essere tradotte nel linguaggio proprio del computer, ovvero il codice binario composto solamente da 0 e 1: questa operazione, il cui risultato viene detto "codice eseguibile" e rappresenta i programmi ".exe" come l'utente è abituato a vederli, si compone di una serie di passaggi che possiamo chiamare globalmente compilazione. Ricordate questo termine poiché è la chiave di tutto. Una volta che la compilazione è avvenuta, l'utente finale vede solo il risultato, che per il codice scritto sopra potrebbe essere qualcosa del genere:

Calc.jpg

Ed eccoci al punto cruciale: cosa ne è del codice sorgente? Nel modello "Closed Source" il codice sorgente non viene distribuito, e rimane custodito solamente dall'autore del programma: gli utenti non possono cioè né vedere, né (con qualche minima eccezione) modificare il programma in questione. Diversamente, adottando il modello "open source", il documento sorgente viene distribuito assieme al programma, in modo che, chiunque abbia le conoscenze adatte per farlo, può leggere il listato, modificare il programma (nel nostro esempio, si potrebbe aggiungere un pulsante "calcola la potenza") compilarlo a sua volta e ridistribuirlo, se lo desidera.

Cosa comporta questo? Beh, innanzitutto l'utente è sicuro al 100% di quello che fa il programma (se non vi mostro il sorgente, chi vi dice che la nostra calcolatrice dell'esempio non mi invii segretamente i vostri numeri di carta di credito?), è più facile risolvere eventuali problemi (i famigerati "bug") o anche, come dicevamo, espandere il programma con nuove funzioni.

A questo punto fughiamo subito un dubbio che prima o poi raggiunge tutti: "ma... se dal codice sorgente, mediante la compilazione, ottengo l'eseguibile, non basta fare l'operazione inversa per rivelare il codice?" Purtroppo no, questo non è del tutto possibile: per capire il perché, prendiamo un esempio dalla vita quotidiana. Diciamo che io sono un cuoco e vi cucino una buonissima e sofisticata torta. Voi che la mangiate, saprete sicuramente dirmi che ho usato farina, uova e altri ingredienti, ma non riuscirete a determinare molti altri elementi, quali il tipo della farina, il tempo di cottura, la qualità di uova usate e via dicendo. Si tratta cioè di processi ad una sola direzione, per cui non è possibile tornare indietro.

Mandrake_scatola.gifMa cosa c'entra il sistema operativo Linux con tutto ciò? Beh, un sistema operativo altro non è che un "super programma" formato da tanti piccoli programmini: il programma Linux, appunto, è rilasciato con la formula open source, per cui potete sempre verificare il codice sorgente di questo sistema operativo!

Di chi è Linux

Beh, Linux è... di tutti! Basandosi su un modello aperto, è stato costruito dagli utenti di tutto il mondo che, in diversa misura, hanno contribuito a migliorarlo e farlo evolvere. Se proprio vogliamo ricondurlo a qualcuno, il suo ideatore e tuttora impegnato nel suo sviluppo, è Linus Torvalds, all'epoca studente di una università finlandese. Il sito ufficiale di Linux è, appunto, www.linux.org.

Quanto costa Linux

Homepg_rh_logo.gif

Le buone notizie sono che Linux è distribuito in modo del tutto gratuito e che a vostra volta potete masterizzarlo e distribuirlo ai vostri amici senza commettere alcun crimine. Se vi va, potete anche vendere i CD di Linux e guadagnare denaro, ancora senza commettere alcun crimine: ci sono diverse società, tra cui ricordiamo Red Hat e Mandrake che hanno accumulato diversi milioni di dollari proprio così (beh, non solo ;)).

Versioni & Distribuzioni

Al contrario di Windows, in Linux esistono due tipi di "versioni" (mi perdonino i Linuxisti per questa definizione): il primo, e più importante, è la versione del "kernel" ovvero del cuore di Linux ed ha un numero progressivo come qualunque altro programma, ovvero 2.4.20, 2.4.21, 2.5.0 e via dicendo. Il secondo tipo, chiamato "distribuzione", è un insieme di kernel+utilità che le società citate in precedenza rilasciano corredate da una procedura di istallazione e tante altre cosine che semplificano la vita a noi utenti. Anche in questo caso, le distribuzioni si identificano mediante un nome e un numero progressivo, ad esempio Mandrake 10.0, Red Hat 9.0.93, SuSe 9.1 e via dicendo. In altre parole, tutte le distribuzioni hanno una base comune, il kernel, corredato da una serie di applicazioni.

Quale distribuzione scegliere

9-suse.jpg

Beh, dopo un po' che utilizzerete Linux imparerete a scegliere quale distribuzione fa meglio al caso vostro: l'unico modo è provarle, poiché spesso le differenze sono sostanziali: per i primi tempi, la distribuzione Mandrake è sicuramente la migliore, poiché destinata esplicitamente all'utente alle prime armi. È anche la distribuzione che utilizzeremo nei nostri articoli. Man mano che procederete con l'esperienza, potreste provare anche la distribuzione di Red Hat oppure Debian, fino ad arrivare alla Slakware, decisamente ostica. Se volete solamente fare un "giro di prova" vi segnaliamo anche Knoppix Linux.

Ottenere Linux

Come dicevamo, ci sono parecchi modi per ottenere Linux: il più semplice è quello di acquistare in edicola una rivista in cui è contenuta una copia di questo sistema operativo. È anche possibile farsela prestare da un amico che già la possiede (è del tutto legale), acquistarla in un negozio di informatica (in questo modo avrete anche un manuale cartaceo e una bella scatola colorata) oppure scaricarla da Internet (a patto di avere una connessione veloce, si tratta di centinaia di MB): in questo caso, esistono siti come LinuxIso da cui è possibile scaricare i CD nell'ottimo formato ISO.

Util6.gif

Dove si studia Linux

Purtroppo in nessuna facoltà o scuola esiste un "corso di Linux": in alcune facoltà di informatica esistono corsi di introduzione, ma per diventare "power user" sono del tutto insufficienti: il miglior modo per imparare è usare il pinguino in modo sistematico, possibilmente coadiuvati da qualche amico che ha già una buona esperienza. Anche in Rete è disponibile una valanga di materiale, se avete tanta pazienza.

E questo è tutto: buon divertimento con il Pinguino.

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