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GNU/Linux: la rivoluzione culturale

04/06/2009
- A cura di
Linux & Open Source - La cultura del software libero è in rapida ma ancora silenziosa espansione. Ecco la storia di questo fenomeno che in un modo o nell'altro ci coinvolge tutti, ed i vantaggi che offrirebbe nell'ambito della didattica e della pubblica amministrazione.

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Il concetto di "software libero" discende da quello di libertà di scambio di informazioni e di sapere in generale.

Lo scambio di informazioni è di particolare importanza in tutti gli ambienti scientifici: la diffusione e il potenziamento di mezzi capaci di diffondere il sapere ed idee tra gli uomini è certamente alla base dello sviluppo intellettuale e scientifico degli ultimi due secoli.

Il libero scambio di idee è alla base della libertà di pensiero ed espressione: anche il software, come il pensiero, è immateriale, e per questo adatto ad essere riprodotto e trasmesso facilmente.

Richard Stallman (nella foto in basso), ricercatore presso il prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology - Istituto di Tecnologia del Massachusetts) di Boston, fu il primo a formalizzare il concetto di software libero.

Il software libero deve offrire alcune libertà fondamentali per essere considerato tale:

  • Libertà 0, libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, senza vincoli sul suo utilizzo;
  • Libertà 1, libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprio esigenze;
  • Libertà 2, libertà di ridistribuire copie del programma;
  • Libertà 3, libertà di migliorare il programma e di distribuirne i miglioramenti. Il software libero è accompagnato da una licenza che definisce in termini legali le libertà garantite.

Press_Richard_Stallman.jpg

Fu lo stesso Stallman, nel 1984, a creare il progetto GNU (leggasi /'gnu/ con la "g" dura di "gatto", e non /'jnu/ come in "gnocchi") ; il progetto aveva lo scopo di tradurre in realtà le teorie sul software libero, realizzando un nuovo sistema operativo che gli utenti avrebbero potuto scambiarsi, ed ovviamente modificare liberamente.

Il progetto GNU fu sostenuto dalla fondazione creata da Stallman, la Free Software Foundation (Fondazione per il Software Libero), a livello legale ed economico. Creare un nuovo sistema operativo, avrebbe significato gettare la basi per una grande comunità che avrebbe potuto finalmente scrivere programmi adatti al sistema operativo per scambiarli liberamente.

Dunque, l'abbozzo di sistema operativo creato di Stallman e da una piccola comunità di programmatori fu battezzato, come abbiamo avuto modo di accennare, GNU: si tratta di un acronimo ricorsivo, cioè un particolare tipo di acronimo nel quale una delle lettere che lo compongono è l'iniziale della parola che costituisce l'acronimo stesso. Il significato di GNU è "GNU is Not UNIX"; il nome chiarisce l'aspetto fondamentale del progetto, in quanto significa che GNU non è il sistema operativo "UNIX" elaborato dal colosso AT&T, non è dunque un sistema proprietario ma ha le stesse funzionalità ed è compatibile con esso.

Un requisito fondamentale di GNU fu l'essere "open source", come vedremo. Infatti, mentre il software proprietario è fornito già "compilato" (cioè già tradotto da linguaggio di programmazione - comprensibile agli utenti - a linguaggio "macchina" - comprensibile al computer) in modo da impedire ogni tentativo di interpretazione da parte dell'utilizzatore, il software "open source" rende disponibili i "sorgenti" (source) cioè tutte le righe di codice non tradotte in linguaggio macchina.

Il software libero deve perciò essere "open source" in modo che, conformemente alle libertà fondamentali garantite, possa essere "letto", analizzato e modificato.

Il software si divide in diversi tipi. Potremmo costruire una piramide immaginaria, al cui gradino più basso vi è il software proprietario, subito sopra il cosiddetto "freeware" (che è ugualmente software proprietario, ma che fornisce garanzia di libero utilizzo all'utente). Tra i vari tipi di software proprietario e i massimi gradi di libertà esistono infiniti gradini: ognuno è rappresentato da diverse licenza di utilizzo del software che vanno da quelle più restrittive a quelle meno restrittive. Il grado massimo di libertà sarebbe rappresentato dal software detto "di pubblico dominio". Materiale di pubblico dominio potrebbe ovviamente essere utilizzato per creare software proprietario.

Perciò Stallman decise che GNU non sarebbe stato di pubblico dominio. Si trattava di una limitazione necessaria affinché il progetto non si estinguesse nel giro di poco tempo. In effetti, se distribuire GNU con licenze "di pubblico dominio", avrebbe significato senz'altro una enorme diffusione in tempi rapidi del progetto, al tempo stesso avrebbe concretamente alimentato le idee dei creatori di software proprietario.

Fu dunque scelto di proteggere il prodotto con un nuovo tipo di licenza, chiamata da Stallman e dai sui collaboratori GPL (General Public Licence), che chiarisce in termini legali cosa gli utenti possono fare e non fare con il software.

La licenza fu scherzosamente detta "copyleft", un gioco di parole fra il diritto d'autore ("copyright") e la contrapposizione dell'idea di Stallman ("right" significa anche "destra", mentre "left" che significa sia "sinistra", sia "concessione").

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