![]() Ultime news
![]() Ultimi articoli
![]() Le ultime dal Forum |
![]() Correlati![]() TagPassa qui con il mouse e visualizza le istruzioni per utilizzare i tag!
Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa.
![]() Nonostante gli utenti del file sharing italiano siano attualmente vittime di un massiccio attacco a mezzo richieste di pizzo e scanning delle liste dei condivisi, il P2P nel Bel Paese è stato oggetto di un recente studio ad opera della Fondazione Luigi Einaudi, di cui dà conto Zeropaid: dai dati risulta piuttosto chiaramente la predilezioni nazionale per il Mulo, seguito da network di vecchio stampo che i più danno per quasi-estinti sulla scena internazionale. Tra gli utenti intervistati, il 77% ha dichiarato di fare uso del file sharing per scaricare contenuti non autorizzati: dallo studio apparirebbe la connessione diretta tra il download a scrocco e la riduzione delle vendite di originali. Il 30% degli utenti che scarica sul P2P dichiara infatti di aver ridotto la quantità di CD e DVD acquistati nei negozi, mentre solo il 6% sostiene di aver al contrario aumentato le proprie spese proprio grazie al file sharing. Di certo, lo studio non identifica quei fattori, pur tuttavia piuttosto importanti, che appaiono tradizionalmente tra le motivazioni per cui il mercato dei prodotti originali si restringe, inclusi la scarsa qualità dei suddetti, la poca scelta e il prezzo stellare dei CD musicali.
Sorprendentemente, dietro eMule si piazza lo storico network di WinMX, anch'esso chiuso per volere dei mafiosi dell'industria musicale ma che nonostante questo dimostra una notevole capacità di resistenza venendo adoperato dal 25% degli utenti. Ancora più sorprendente è il perdurante utilizzo di KaZaA (usato dal 13% dei condivisori), client della rete FastTrack particolarmente "apprezzato" da RIAA e affini nella loro azione di monitoraggio, individuazione e denuncia degli utenti del P2P negli States ma non solo. Buon ultimo arriva BitTorrent che, nonostante sia il network di scambio più avanzato attualmente in circolazione, conquista solo il 2,7% dei condivisori della penisola. Per quanto desti meraviglia l'impiego di software poco sicuri (KaZaA) o dal codice non più aggiornato dagli autori (WinMX), il successo eMule e il fallimento BitTorrent indicano chiaramente che nel complesso gli utenti italiani di P2P hanno una conoscenza delle tecnologie informatiche piuttosto scarsa. In tal senso essi preferiscono impiegare software dall'utilizzo immediato quali appunto eMule e WinMX, come d'altronde corroborato dalla stessa Fondazione Einaudi: secondo lo studio il 68% degli intervistati ha dichiarato di avere solo una conoscenza base del "mondo tecnologico". Segnala ad un amico |
© Copyright 2025 BlazeMedia srl - P. IVA 14742231005