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Aumentiamo la durata delle batterie al litio per i nostri dispositivi portatili

20/01/2012
- A cura di
Tecnologia & Attualità - La batteria al litio sembra esausta dopo pochi anni? Forse la colpa è nella cattiva gestione della stessa.

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Gli accumulatori di carica elettrica (comunemente chiamate batterie ricaricabili) sono diventate uno dei ritrovati tecnologici più utilizzati nel nuovo millennio, in grado di fornite energia elettrica portatile per un elevato numero di dispositivi di utilizzo quotidiano: cellulari, smartphone, tablet, notebook/netbook, lettori MP3, macchine fotografiche digitali, videocamere digitali etc.

Attualmente la tipologia di accumulatore più diffusa sono gli accumulatori al litio (a ioni o a polimeri), in grado di fornire elevate capacità e un'ottima durata.

Liion1.jpg

Per poterle sfruttare al massimo e ritardare una prematura sostituzione dobbiamo seguire alcuni semplici accorgimenti, evitando di seguire i consigli che venivano in passato indicati per le vecchie tipologie di accumulatori (batterie ricaricabili al nichel).

Iniziamo con lo sfatare qualche maldicenza e informazione errata sugli accumulatori al litio:

  • Le batterie al Litio (ioni o polimeri) non sono soggette particolarmente ad usura "materiale" (più utilizzo la batteria più perde capacità) ma principalmente all'usura "temporale". Esempio: 2 batterie inutilizzate, ma fabbricate in periodi diversi: la batteria più vecchia avrà meno capacità di quella nuova, a parità di utilizzo. Quindi è inutile disperarsi se dopo 2 anni (tempo medio di dimezzamento) la batteria perde buona parte della capacità (variabile dal 30 al 70 %, a seconda degli scenari): questo processo è assolutamente normale per gli accumulatori al litio.
  • Mai scaricarle fino in fondo: è controproducente portare la batteria al 0%, oltre che tendenzialmente pericoloso: infatti le batterie hanno un sistema di sicurezza che blocca la scarica al 5%, segnalandola come 0% per evitare che si danneggino irrimediabilmente. Con le batterie attuali con sensore e "riserva energetica" il rischio è decisamente basso (direi nullo), ma ricaricare da 0% impiegherà più tempo e diminuirà l'efficacia della carica, aumentando il rischio di un danneggiamento delle celle.
  • Le batterie agli ioni sono sensibilissime alla temperatura: in generale più sono basse e più "reggono" bene, quindi se abitate in montagna o in zone fredde la durata media delle batterie è decisamente superiore a quelli che abitano in zone più calde del pianeta.Gli eccessi sono sempre pericolosi, quindi temperature sotto gli 0° C e sopra i 40° C aumentano a dismisura il pericolo di esplosione delle batterie o malfunzionamenti irreversibili.
  • Evitiamo di acquistare batterie al litio di riserva: proprio per il discorso sulla sensibilità "temporale", una batteria di riserva invecchierà e quindi perderà capacità anche rimanendo inutilizzata.
  • Ricaricare tanto fa bene, ricaricare troppo è pericoloso: un buon tempo di ricarica è utile per ottimizzare la durata della stessa, ma caricare per oltre 24 ore può essere molto pericoloso! Staccare sempre la batteria entro e non oltre le 10 ore dall'inizio della ricarica.

Come aumento il tempo tra una ricarica e l'altra? E la vita media della batteria?

Con i giusti accorgimenti è possibile aumentare la vita e ottimizzare la durata delle batterie, basta prestare solo un po' d'attenzione ad alcuni particolari:

  • Tieni la batteria al Litio (e di riflesso il dispositivo) in un posto non eccessivamente caldo: evita di lasciare il device in posti caldi o soggetti a surriscaldamento: in macchina sotto il sole, in spiaggia sotto l'ombrellone, vicino ai fornelli o altre possibili fonti di calore come termosifoni, stufe etc.
  • Scarica parzialmente la batteria e ricaricala in posti freschi: l'ideale sarebbe ricaricare la batteria al 40% di carica residua alla temperatura di 4° C, ma se questi valori sono troppo eccessivi è possibile inserire il caricabatterie quando rimane il 20-25% di carica a temperatura ambiente.
  • Effettua correttamente la carica di inizializzazione della batteria: appena fornite le batterie sono parzialmente cariche: è controproducente utilizzarle subito, ridurremo l'efficacia delle stesse! Inseriamo subito la batteria nel terminale e, senza accenderlo, mettiamolo sotto carica per 5 ore. Ignoriamo l'eventuale avviso di carica terminata, è sempre errato con le batterie non inizializzate. Quando la batteria sarà inizializzata correttamente, i valori della stessa indicati dal sistema saranno molto più precisi.
  • Segni evidenti di una cattiva inizializzazione: le prime due-tre tacche d'energia (passaggi 100-90-80 %) si scaricano molto più velocemente delle altre tacche. In questo caso, utilizzate a fondo il terminale fino al 10% di carica, spegnetelo e tenete sotto carica per una notte (almeno 6 ore, massimo 8 ore), ignorando ogni avviso di carica completata: recupererete almeno parzialmente la carica ottimale.
  • Impariamo a riconoscere l'effetto memoria "fittizio": le batterie al litio, rispetto alle "sorelle" al Nichel-Cadmio o al Nichel-Metallo Idruro, non soffrono di nessun effetto memoria, ma dopo alcuni cicli di scarica/carica (in media 20 cicli) possono "sballarsi" i valori di carica mostrati dal dispositivo: il device mostra una carica residua errata rispetto a quella reale. Lo stesso difetto è molto evidente se installiamo un nuovo sistema operativo sul notebook o sul tablet: il nuovo sistema avrà i valori di carica completamente sballati, segnalando la batteria come scarica in brevissimo tempo (in alcuni casi la batteria dura meno della metà rispetto al sistema operativo originale). In questo caso è sufficiente effettuare dal nuovo sistema la carica di inizializzazione "parziale" già indicata al punto precedente per ottimizzare nuovamente i valori (10% di batteria e ricarica a dispositivo spento per 6-8 ore, ignorando ogni avviso di carica completata). Sui notebook questa procedura viene anche chiamata calibrazione della batteria.

Batteria-litio-portatile.jpg

E nello specifico per gli smartphone?

Oltre ai consigli già citati sopra, ecco altri accorgimenti dedicati ai possessori di smartphone di qualsiasi marca o sistema operativo:

  • Spegni lo smartphone se non utilizzato o in condizione di segnale assente: di notte mentre dormiamo o se il segnale è assente, è consigliabile spegnere del tutto lo smartphone.La continua ricerca di segnale e l'energia per mantenerlo in stand-by è un'inutile spreco.
  • Effetto memoria fittizio molto più accentuato: dopo circa 15 cicli di scarica/carica il sistema diventa sempre meno sensibile alla capacità reale della batteria, mostrando valori "sballati". Il sistema operativo mobile più colpito da questo problema è Android.Ma nessuna paura: per ogni device basta scaricare a fondo lo smartphone (10% di carica residua) ogni 15 cicli di carica/scarica e ricaricarlo per 6-8 ore, ignorando l'avviso di carica completata.La calibrazione sarà più precisa se il dispositivo è spento durante la ricarica.
  • Ridurre la retroilluminazione e il timeout dello schermo: per una buona lettura dello schermo e per risparmiare energia è consigliabile impostare manualmente il valore di luminosità al 30-40%, mentre per il timeout impostare un valore di 30 secondi o inferiore (se disponibile).
  • Chiudere tutte le applicazioni e i widget superflui: tutti i maggiori OS mobile offrono dei task manager dove possiamo chiudere tutte le apps e i widget inutili alla causa e dispendiose d'energia.
  • Evitiamo l'uso (o utilizziamo con parsimonia) alcune funzionalità dello smartphone: Bluetooth e Wi-Fi, Flash LED e 3G attivi incidono negativamente sulla durata della batteria.Uno dei problemi più grandi è la facilità con cui si dimentica queste funzioni accese;lanciandole attive anche dopo il loro utilizzo, diminuiamo sensibilmente l'autonomia, in particolare con il Wi-Fi e il Bluetooth. Spegniamo queste connessioni se inutilizzate, al massimo rimuoviamo qualche widget inutile e utilizziamo al suo posto un widget per gestire le connessioni.
  • Se non utilizzi molto il 3G, passa al 2G: la tecnologia 2G consuma molta meno energia dell'UMTS/HSDPA (3G).Tutti i telefoni permettono di switchare tra le due tecnologie, e quella 2G è più economica in termini di energia consumata. Solo con questo accorgimento si risparmia fino al 30-35 % di energia rispetto alla modalità promiscua (3G o 2G attivi a seconda del segnale) e il 20% rispetto alla modalità "solo 3G".

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