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![]() Di recente è già successo in Francia, con SIAE d'Oltralpe che vuol schedare e monitorare gli utenti delle reti del file sharing; e in Germania, dove si è arrivati addirittura alla censura preventiva del libero accesso dei contenuti Rete. Questa volta abbiamo l'occasione di annotare due nuovi casi di prevaricazione e violazione della privacy, e del diritto dei net-citizen europei di utilizzare le nuove tecnologie senza avere l'angoscia di essere schedati e tacciati come criminali per il download di un maledetto MP3.
Tali identificativi erano stati raccolti nel corso di un'azione repressiva contro alcuni siti del Peer-to-Peer, ma i giudici hanno stabilito che, secondo le normative nazionali in difesa della privacy, la richiesta Brein ai Provider non poteva essere accettata. E non si sono fermati a questo: secondo la sentenza, gli IP degli utenti sono stati raccolti seguendo metodologie di tracking illegali. L'americana SafeNet, per conto Brein, accedeva alla rete eDonkey e penetrava nelle cartelle dei file condivisi degli utenti: questa è una pesante violazione della privacy, ha stabilito la corte olandese. Tuttavia, visto che errare è umano ma perseverare è compito degli avvocati pagati a peso d'oro, Brein affila già le armi per le prossime e ancora più aggressive strategie di attacco al Peer-to-Peer e al suo popolo. Arriva dall'Irlanda la seconda notizia, di segno uguale e contrario alla sentenza sulla tracotanza Brein.
Perseguendo la stessa politica Gemella di (Mal-) affari RIAA, Irma piange lacrime di coccodrillo snocciolando un po' di dati falsati sulle presunte perdite dell'industria di settore nel paese, e non si sogna minimamente di considerare i prezzi esorbitanti dei dischi, e il sempre più utilizzato e-commerce che permette di acquistare in paesi stranieri, dove i suddetti album sono disponibili a prezzi di molto inferiori. Irma, che come le altre accozzaglie di produttori nazionali ed internazionali si autoproclama paladina dell'arte e della difesa dei diritti degli artisti, racconta la sola parte di verità funzionale alla sua ideologia di persecuzione, lasciando fuori tutto il resto. Tipico comportamento di chi ha torto e vuol seppellire sotto montagne di denaro e menzogne le semplici questioni alla base della P2P War. Segnali contrastanti dunque, nel Continente Europeo, in materia di difesa del cittadino dalla preponderanza del denaro e della volontà di controllo da parte dei soliti noti. Una vittoria del garantismo fa il verso ad un nuovo caso di assalto riuscito alla privacy e ai diritti digitali dei cittadini, segno evidente della confusione che ancora regna sovrana nel settore. Unica speranza rimasta, una possibile armonizzazione delle legislazioni nazionali in sede Comunitaria, rispettosa dei suddetti diritti e del libero accesso alle nuove tecnologie di fruizione digitale dei contenuti. Segnala ad un amico |
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