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![]() La legge è stata ora definitivamente approvata da Camera e Senato francesi, come d'altronde quasi tutti si aspettavano. Proprio per i grandi contrasti, però, la normativa non è ancora entrata in vigore, e dovrà transitare per una terza tappa. L'ultima possibilità di salvezza per i violatori francesi è il Consiglio Costituzionale, l'istituzione che, nel caso in cui una proposta di legge sembri in contrasto con la Costituzione, può decidere di sospenderla anche se ha già superato le precedenti approvazioni di Camera e Senato. Nel caso in cui, però, la legge riuscisse a passare indenne, è possibile che altri Stati, tra cui l'Italia, decidano di discutere nel proprio governo l'adozione di un decreto dalle simili caratteristiche. Come anticipato, anche nella vicina Francia, come in gran parte dell'Europa, si stanno attuando manovre antipirateria che potrebbero essere decisive: si è scelto di attuare un metodo che ricalca il principio del noto three strikes, già in uso in alcune nazioni. Si tratta di un metodo intimidatorio usato contro i violatori del diritto d'autore, e consiste in una prima coppia di lettere che annunciano all'utente di essere stato pizzicato, diffidandolo dal proseguire nel download illecito, seguite da un'ulteriore comunicazione che altro non è che la convocazione in tribunale. Tuttavia la legge non prevederà un immediato ricorso alla Giustizia, ma pare che si limiterà ad una sospensione della possibilità del pirata a collegarsi ad Internet: il blocco durerà da un minimo di 30 giorni sino ad arrivare ad un anno completo. Le sospensioni potrebbero essere seguite da salate multe per coloro che perseguissero indefessi nell'opera. Sembra, oltretutto, che si stia pensando di bloccare anche The Pirate Bay che, secondo il ministro Christine Albanel, potrebbe essere uno dei primi siti ad essere colpito, come principale strumento grazie al quale accedere a contenuti protetti. HADOPI (Haute Autorité pour la diffusion des ouvres et la protection des droits sur Internet) è l'autorità che dovrà preoccuparsi di attuare questa discussa normativa, incontrando già molte difficoltà. Nonostante sembri che le leggi contro il peer-to-peer inizino ad avere, per la prima volta, esiti concreti (citiamo il caso della Svezia dove, in seguito ad una simile direttiva, il traffico Internet è calato del 30%), le difficoltà burocratiche non sono realmente poche. Innanzitutto tale norma si basa sul riconoscimento degli indirizzi IP, ed ogni utente esperto è orami in grado di mascherare il proprio, causando valanghe di false accuse con conseguente blocco di connesione a soggetti estranei. Inoltre si discute molto sulla possibilità che viene data agli ISP di chiudere i collegamenti ad Internet degli utenti che violano la legge, senza un regolare ricorso ad un tribunale; questa scelta può spronare molti accusati, tramite un avvocato, a trascinare il caso a lungo senza arrivare a nessun nuovo risultato. Un modo per evitare accuse ingiuste potrebbe essere quello di installare una sorta di spyware nel proprio PC, costantemente sotto controllo, di modo da inviare tutti i propri dati alle autorità che verifichino la reale innocenza dell'utente: qualcosa di quasi impossibile da effettuare. Un altro aspetto a cui si appellano gli oppositori, è quello che riguarda la libertà d'informazione, in quanto sconnettere qualcuno dalla Rete significa privarlo di questa possibilità quasi completamente, in un mondo dove Internet è l'unica fonte che permette a quasi tutti i soggetti del globo di esprimere le proprie opinioni liberamente. Segnala ad un amico |
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