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![]() Intel è colpevole di aver adottato strategie anticoncorrenziali ai danni della diretta concorrente AMD, tese a consolidare la propria posizione dominante nel settore dei microprocessori. La mazzata è arrivata nei giorni scorsi ad opera della Commissione Europea antitrust, ed avrà ripercussioni pesantissime sul chipmaker, sia in termini di sanzione pecuniaria, sia come imposizione di nuove direttive di business. Per quanto riguarda la multa, si tratta di una cifra senza precedenti per quanto riguarda i procedimenti in materia di antitrust: addirittura 1.06 miliardi di euro, quindi più del doppio rispetto a quei 497 milioni sanzionati a Microsoft che tanto fecero scalpore nel lontano 2004. Sebbene parametrizzando la cifra sui 22 miliardi di euro annui fatturati da Intel in tutto il mondo si scopra che la sanzione equivale a meno del 5%, Intel ha già comunicato l'intenzione di ricorrere in appello contro una decisione che non condivide. A preoccupare il gruppo, più che il provvedimento pecuniario, è probabilmente l'imposizione di nuove strategie commerciali, fra le quali spicca l'abolizione degli sconti che il gruppo applica agli OEM che scegliessero di acquistare quantità minori, o escludere del tutto, prodotti realizzati dalla concorrenza. Stando a quanto rilevato nel corso delle indagini, tale pratica applicata ad assemblatori del calibro di Acer, Dell, HP e Nec avrebbe consentito al gruppo di mantenere una quota di mercato superiore al 70% nel periodo compreso fra il 2002 e il 2007. Importante notare che Intel sarà costretta ad emettere immediatamente una garanzia bancaria di pagamento per la multa, che però non verrà effettivamente recuperata fino al termine del processo di appello. Per arrivare al quale comunque, saranno necessari ancora molti anni. La strada dell'appello era stata intrapresa anche da Microsoft, sebbene con scarsi risultati: la speranza di Intel è però che un secondo verdetto possa cancellare, o quantomeno alleggerire, la sentenza di primo grado. Segnala ad un amico |
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