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![]() Lo ammettiamo, la notizia è in rete già da un po' , pur tuttavia non abbiamo resistito: di casi in cui la Recording Industry Association of America ha coperto di ridicolo se stessa e la sua Santa Crociata Persecutoria condotta contro il Malvagio P2P se ne contano e se ne continueranno a contare in gran numero, ma questa breve escursione nel regno del soprannaturale tecnologicamente avanzato è davvero troppo bella per non essere riportata.
Un posto sicuramente migliore, l'aldilà (stando a molte visioni della vita ultraterrena delle culture di ogni parte del mondo), ma certo non molto diverso, in quanto a scrocco ai danni della attivissima associazione (neanche i cancelli del paradiso riescono a fermarla!), secondo i suoi molto ben pagati legali. Che, evidentemente, passano più tempo a contare i soldi del compenso piuttosto che a verificare di non commettere emerite castronerie, nella foga persecutoria che tanto piace al loro esclusivo cliente. La nonnina fanta-telematica, nota in vita per non avere mai posseduto un Personal Computer e per non saperne usare uno, ha magicamente acquisito, dopo il trapasso, conoscenze da pirata multimediale di prim'ordine: secondo RIAA, da zombi la signora Walton ha acquisito il nickname "smittenkitten", e con esso si è lanciata nel download non autorizzato di 700 brani, indubitabilmente scovati nell'inesistente PC della morta dalle incredibili capacità di indagine ultraterrena dei segugi a disposizione dell'associazione. Strano a dirsi, lo zombi-signora Walton non ha mai potuto rispondere alle lettere accusatorie inviatele da RIAA, la qual cosa ha rafforzato ulteriormente l'idea della sua colpevolezza. Si, d'accordo, la figlia della povera signora ha provveduto a inviare regolare certificato di morte all'associazione, ma non è servito a niente: "quel morto danneggia i nostri artisti!" è stata l'inevitabile risposta. A risolvere il "caso", comunque, ci ha pensato un giornalista inglese che, chiedendo delucidazioni in merito alla neonata strategia di perseguire i morti per racimolare quattrini, ha spinto un portavoce ad ammettere che "si, forse abbiamo commesso un errore". Francamente, siamo troppo divertiti dalla cosa per tentare una qualsiasi critica razionale alla demenza senile di questo dinosauro di associazione, e ci limitiamo a chiosare dicendo che in questo caso, più che una strategia, la denuncia sistematica degli utenti del P2P si è rivelata essere una macchietta... Segnala ad un amico |
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