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Il dibattito è aperto: partecipa anche tu!
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![]() Con il termine colloquiale "tassa Microsoft" si identifica la consuetudine di commercializzare personal computer dotati di Windows preinstallato. Se gli utenti meno avvezzi alle "cose del computer" non se ne preoccupano (e, addirittura, tendono spesso ad identificare in Windows una parte fondamentale del computer stesso), a numerosi power user ed utenti affezionati a Linux tale pratica proprio non va giù. Sono anni che si discute del problema: se, da una lato, è certamente vero che Microsoft non costringe attivamente all'acquisto del proprio software, è altrettanto appurato che non è per nulla facile acquistare un calcolatore sprovvisto del sistema operativo, tanto che sporadiche iniziative di avventurosi produttori che offrono Linux al posto di Windows tendono sempre a fare notizia. Ora anche ADUC ha deciso di scendere in campo: facendo seguito a quanto anticipato a gennaio 2010, l'Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori ha depositato presso il Tribunale di Milano un atto di citazione teso a portare all'attenzione della Corte tale pratica commerciale. Le modalità operative sono quelle di una azione giudiziaria collettiva, ovvero una sorta di "class action all'italiana". I dettagli normativi sono illustrati nell'articolo "Non chiamatela class action. L'azione di classe: istruzioni per l'uso" di Emmanuela Bertucci ma, in breve, si tratta di un'azione legale voluta non tanto da un singolo soggetto, ma, piuttosto, da un gruppo di individui accomunati da un'interesse condiviso. "La class action che prepariamo" -si legge sul sito- "è rivolta esclusivamente ad acquirenti privati (ovvero che non abbiano fatto l'acquisto tramite partita Iva) di computer con sistemi operativi preinstallati e che non abbiano accettato la licenza d'uso del software né l'abbiano mai utilizzato." Nei prossimi mesi si terrà la prima udienza, in cui il Collegio milanese deciderà sull'ammissibilità dell'azione collettiva: "Se, come speriamo, l'esito fosse positivo", anticipa la comunicazione, "chi si troverà nelle condizioni per aderire alla causa, potrà farlo, anche personalmente, con apposito atto di adesione". Una copia dell'atto di citazione depositato è scaricabile da qui. Sebbene si sia solo agli inizi, vi sono sicuramente i presupposti affinché il collegio degli utenti possa spuntarla: lo scorso agosto infatti, il Tribunale di Firenze aveva dato ragione all'Associazione nel corso di un dibattimento incentrato su una questione analoga: per maggiori informazioni si veda ""Tassa Microsoft"? Si può chiedere il rimborso". Segnala ad un amico |
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