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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Si chiama Furk.net un nuovo servizio particolarmente audace lanciato solo da pochi giorni. Il sito consente di ricercare file, utilizzando il motore integrato, su numerosi tracker ed indici BitTorrent molto popolari, fra i quali spiccano The Pirate Bay, Mininova, Isohunt, Torrentz e tanti altri. La peculiarità sta nel fatto che, una volta individuati i torrent desiderati, è possibile scaricare i file via HTTPS, superando quindi le eventuali strozzature imposte dal provider al traffico peer-to-peer e senza nemmeno bisogno di condividere con altri il materiale trasferito, per non parlare delle altissime velocità raggiungibili Al momento, la nuvola delle ricerche in homepage mostra una netta prevalenza di materiale pornografico di ogni tipo, ma scavando un po' è possibile trovare anche opere più tradizionali. Il servizio è diversificato fra utilizzo libero e sottoscrizione di un abbonamento mensile (9.90 € per un solo mese oppure 24€ per tre): come ci si potrebbe aspettare, per i primi sono presenti vincoli quali il numero di download per singolo giorno e, contemporaneamente, l'impossibilità di utilizzare un download manager, un tempo di attesa variabile da pochi secondi ad alcuni minuti ed una minore priorità del traffico. Ad ogni modo, anche il download gratuito è estremamente veloce: durante le mie prove, sono arrivato davvero prossimo a quei 1.6 MB per secondo che costituiscono il tetto massimo della mia Alice 20 Mega L'opinione: un servizio con i giorni contatiGli interessati a provare Furk faranno meglio ad affrettarsi: al momento, infatti, il sito funziona davvero in modo impeccabile, ma si tratta di un successo destinato a chiudere ben presto, almeno per due motivi differenti. Il primo è di natura prettamente tecnica: è altamente improbabile che i gestori possano riuscire ad aumentare la banda disponibile in modo proporzionale alla crescita dell'utenza. Appare ovvio infatti che, poiché tutti i download hanno origine dal server di Furk, è necessario che il gruppo si faccia carico per intero dei costi di gestione: la spesa per il mantenimento di un servizio del genere è enorme, ed è proprio questo uno dei vantaggi dell'architettura distribuita utilizzata da BitTorrent, eMule e dagli altri applicativi di peer-to-peer: ripartire la banda necessaria fra tutti i peer coinvolti, distribuendo il costo dell'infrastruttura fra tutti i partecipanti. In ogni caso, se non dovessero essere le spese di gestione a far chiudere i battenti al portale, sarà senza dubbio la pressione sul fronte legale. La maggior parte del materiale pubblicato è infatti protetto da diritto d'autore, e appare ovvio che Furk sta ridistribuendo tali file in barba a qualsiasi normativa al riguardo. Per di più, una delle principali argomentazioni a difesa di The Pirate Bay e soci (non particolarmente solida in tribunale, stando ai risultati del processo in primo grado) sostiene che dai server di questi siti non vengono veicolati effettivamente i file, ma soltanto informazioni che consentono ai peer di contattarsi vicendevolmente. Nel caso di Furk, invece, è il sito stesso a rendere disponibile il file richiesto, divenendo a tutti gli effetti distributore dei file pirata stessi. Certo, il portale propone una dettagliata pagina che illustra ai detentori dei diritti come richiedere la cancellazione dei file incriminati, ma è certo che gli interessati preferiranno portare l'intero portale davanti ad una corte piuttosto che rimuovere singoli file. Segnala ad un amico |
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