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Il fondatore di OiNK è stato giudicato "non-colpevole"

20/01/2010
- A cura di
Zane.
Filesharing Peer-to-peer - La giuria ha deciso: Alan Ellis non era parte di una cospirazione ai danni dei discografici, ed è ora un uomo libero. Una sentenza destinata a divenire un importante precedente.

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Si è concluso con un'assoluzione all'unanimità il processo tenutosi oltremanica ad Alan Ellis, amministratore del sito OiNK.cd.

Come forse si ricorderà, OiNK è stato un popolare tracker BitTorrent ad accesso riservato, in attività fra il 2004 ed il 2007. Il sito e gli interessi della gigantesca comminity di utenti creatasi nei pochi anni di apertura (circa 180.000 utenti registrati al culmine della popolarità) erano incentrati principalmente attorno alla condivisione di musica ad alta qualità, con modalità che, per evidenti motivi, avevano condotto l'associazione dei discografici internazionali IFPI e British Phonographic Industry a perseguire il portale ed ottenerne la chiusura.

Ellis era sotto processo con l'accusa di essere parte di una cospirazione per defraudare i detentori di copyright, tesi che, evidentemente, la giuria ha reputato infondata. L'ex-admin è così uscito dal tribunale di Middlesbrough come uomo libero, grazie ad una secca votazione di 12 a 0 a favore della non-colpevolezza.

The Register ha raccolto le dichiarazioni, comprensibilmente insoddisfatte, di BPI: "È un verdetto altamente deludente, inconsistente con le decisioni intraprese in casi simili in altri Paesi del mondo, come The Pirate Bay". Il portavoce si riferisce chiaramente all'ormai storico processo agli ammnistratori di TPB, al termine del quale gli admin sono stati giudicati colpevoli per le attività legate al celebre sito di condivisione.

Ellis non ha invece rilasciato dichiarazioni, limitandosi a modificare la home page dell'ormai defunto OiNK per annunciare l'esito del processo a suo carico

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È interessante notare che, nel corso del processo, l'accusa ha sostenuto che Ellis stesse dicendo "persistenti, furbe, calcolate bugie": grazie al sistema di donazioni infatti, il 26enne amministratore sarebbe riuscito ad accumulare nel tempo una somma pari a circa 300 mila sterline (circa 340 mila euro).

L'accusato si è difeso negando tale possibilità: il suo unico interesse sarebbe stato quello di migliorare le proprie doti di programmatore al fine di poterle poi spendere sul mercato del lavoro.

Un importante precedete

Il risultato è sicuramente significativo ben oltre la singola sentenza. A causa del modello di ordinamento giuridico detto "Common law" in vigore in Inghilterra, una sentenza di questo tipo diviene un vero e proprio precedente per eventuali decisioni future in materia.

Non ci stupiremmo quindi se, nei mesi a venire, si sentisse spesso citare la decisione nelle aule inglesi. Da parte della difesa, s'intende.

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