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Windows dovrà aprire ai browser della concorrenza

26/02/2009
- A cura di
Zane.
Mondo Windows - È quanto sarebbe in procinto di richiedere l'UE, stando ad alcune dichiarazioni ufficiose. L'opinione: le premesse sembrano interessanti, ma la corretta implementazione potrebbe essere complessa.

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Si tratta solo di dichiarazioni preliminari, ma l'argomento è talmente "caldo" da aver già generato una fortissima eco in tutta la rete.

Stando a quanto comunicato al periodico EurActiv.com da Jonathan Todd, portavoce per la Commissione Europea antitrust, l'Unione potrebbe imporre significative variazioni alla politica commerciale di Microsoft.

Come noto infatti, l'UE ha aperto un'indagine circa la distribuzione di Internet Explorer come componente standard di Windows: una mossa che, secondo le ipotesi, potrebbe essere anti-concorrenziale, e precludere la possibilità agli sviluppatori di terze parti di proporre con successo programmi alternativi.

"In caso le considerazioni preliminari della Commissione fossero confermate, la Commissione potrebbe imporre rimedi tali da consentire all'utenza ed ai produttori di effettuare una scelta imparziale fra Internet Explorer e i brower web realizzati dalla concorrenza" ha dichiarato Todd.

In tale circostanza, il portavoce ha spiegato che Microsoft potrebbe essere obbligata a modificare il comportamento di Windows in un modo tale da consentire agli utenti di "scegliere quali navigatori web concorrenti installare al posto di, oppure al fianco di, Internet Explorer, e quale utilizzare come programma predefinito".

Resta comunque ancora parecchio tempo prima di vedere la conclusione della storia: Microsoft ha ancora a disposizione alcune settimane per presentare le proprie argomentazioni. Solo in seguito la Commissione potrà iniziare a valutare la necessità di eventuali provvedimenti.

Arriva anche Google

Come se l'atmosfera non fosse già abbastanza incandescente, arriva anche Google a gettare benzina sul fuoco: con un post apparso sul blog Google Public Policy, il gigante del search si è detto pronto a partecipare al procedimento in qualità di parte interessata: "Google reputa che il mercato dei navigatori web sia ancora ampiamente anti-competitivo, uno scenario che impatta negativamente la possibilità di innovare per gli utenti", si legge.

L'opinione

Sebbene sia importante ricordare che si tratta di affermazioni del tutto preliminari, la decisione della Commissione potrebbe senza dubbio favorire un regime concorrenziale nettamente più equo.

Restano comunque da risolvere numerosi punti in sospeso.

In primo luogo, sarebbe necessario implementare il meccanismo di scelta in modo tecnologicamente efficiente: la decisione più saggia potrebbe essere l'adozione di un installatore integrato in Windows, in grado di recuperare direttamente da Internet ed installare in automatico i navigatori web scelti dall'utenza.

Questo eviterebbe l'inutile pre-installazione dei vari programmi, una scelta sicuramente poco saggia: si finirebbe infatti per distribuire ai clienti ulteriore codice obsoleto ed afflitto da problemi di sicurezza, data l'altissima rapidità con cui vengono scoperte e risolte falle in questo tipo di applicativi.

Resta quindi da stabilire quali browser web dovranno essere disponibili: Firefox è certo, data la rilevante quota di mercato, ma cosa fare con Safari, il cui 8% del mercato è quasi tutto generato dalle versioni per Mac, sebbene via sia anche un'edizione per Windows?

E allora Chrome (meno dell'1% del totale), Opera (attorno allo 0.7%) e Netscape (meno del 0.6%)?

E allora perché escludere uno qualsiasi dei tanti progetti nascenti, quali Cheetah, Web Browser, o Werewolf Web Browser che, sebbene pseudo-sconosciuti oggi, potrebbero evolvere rapidamente fino a divenire i prodotti di punta del futuro? La lista è davvero sterminata, e potrebbe essere davvero complesso stabilire in modo imparziale chi inserire e chi escludere.

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