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I servizi DEAConsiderando che il fenomeno dello spam ha assunto dimensioni bibliche, non è difficile immaginare che il numero di portali che mettono a disposizione servizi di DEA sia niente affatto risicato. Segnaliamo, tra gli altri, i seguenti provider: Ognuno di questi siti web offre un tipo di servizio diverso, che può discostarsi o meno dal tradizionale approccio alle e-mail monouso: Mailinator si limita a generare "al volo" la casella solo dopo aver ricevuto un messaggio, spamgourmet offre la redirezione ad indirizzi e-mail reali per un controllo ulteriore sulla propria casella di posta fittizia, PookMail.com offre la localizzazione del portale in italiano e infine c'è Spamex che, al modico prezzo di 8 euro circa all'anno, garantisce servizi aggiuntivi al tradizionale provider DEA gratuito. Mailinator, il DEA classicoTra i tanti website che offrono e-mail-kleenex abbiamo scelto di trattare in dettaglio Mailinator: troviamo inopportuna e contraria al concetto stesso di DEA la possibilità di ricevere mail che vorremmo cestinare quanto prima possibile anche nelle caselle private, per il netizen tipo la traduzione in italiano è trascurabile e di pagare per qualcosa che è tranquillamente disponibile gratis neanche a parlarne... Mailinator, al contrario, offre un servizio DEA essenziale, gratuito, privo di lazzi e progettato per fare solo quello che dice: tentare di difendere l'utente dal dilagare ammorbante delle mail spazzatura. Lanciato nel 2003 da Paul Tyma, software engineer di Google, Mailinator permette di ricevere mail su qualsiasi nome di casella valido senza dover digitare password o registrare account. In effetti, l'utente può inventarsi la propria casella @mailinator.com sul momento, prima ancora che essa venga generata sui server del sito. Mailinator infatti controlla la mailbox nell'istante in cui riceve un messaggio: se essa esiste già si limita a registrare il messaggio, altrimenti provvederà a crearla. Da questo momento in poi, tutto quello che l'utente dovrà fare sarà collegarsi al sito, immettere la casella fittizia nel checkbox sulla destra e controllare la posta simil-spazzatura. È evidente che un siffatto sistema non offre alcuna garanzia di privacy o protezione: chiunque, digitando il nome di casella appropriato, è in grado di leggere i messaggi in essa contenuti. Ma non è la riservatezza delle comunicazioni la motivazione principale del servizio: Mailinator funge da terra di nessuno frapposta tra le preziose e-mail dell'utente e i potenziali spammer, presso i quali non siamo affatto interessati a qualificarci. Un trucco utile in questo caso può essere usare denominazioni di casella non banali o scontate, se proprio vogliamo fornire un minimo di ipotetica riservatezza alle comunicazioni elettroniche dirette al nostro indirizzo monouso. Ma anche in questo caso è bene non aspettarsi granché: le mailbox di Mailinator sono intrinsecamente insicure, e quella d'esempio riportato nella figura, per quanto a chi scrive sembrasse una trovata abbastanza fantasiosa, durante le prove è risultata già esistente e popolata da un messaggio sconosciuto. Una volta arrivate, le mail non possono essere cancellate: ci penserà il server dopo poche ore dalla ricezione. Né è possibile, e la cosa non sorprende affatto, rispondere al mittente: nello stesso momento in cui reputassimo opportuno farlo, da indirizzo indesiderato il nostro contatto diverrebbe destinatario legittimo, contattabile attraverso l'approccio classico alla posta elettronica. Rientrano nell'essenzialità anche le altre limitazioni del servizio: Mailinator non accetta mail con allegati, in formato HTML e che siano più lunghe di 100 kbyte; vengono eliminati dal corpo del testo i contenuti aggiuntivi come immagini e quant'altro. Inoltre, ogni mailbox fittizia può contenere un massimo di 10 messaggi alla volta. Qualora le mail non fossero gradite a Mailinator, per questi o per qualsiasi altro motivo, esse verranno automaticamente filtrate e non raggiungeranno mai la mailbox. E naturalmente, le caselle possono essere generate solo se corrispondono ad indirizzi validi: john.sinclair@mailinator.com è corretto, "john@sinclair@mailinator.com" no. Per tentare di combattere il blacklisting dei servizi DEA, Mailinator mette infine a disposizione alcuni nomi di dominio alternativi, da utilizzare al posto di quello standard @mailinator.com. L'elenco comprende:
ConclusioniCome spero risulti chiaro a questo punto al lettore, l'arma degli indirizzi e-mail usa e getta non può, purtroppo, fare miracoli contro la pratica scriteriata di insozzare le mailbox degli utenti con immondizia pubblicitaria non richiesta e ancora meno gradita. Esistono tuttavia campi di applicazione per cui essa può rivelarsi ancora efficace, e in fondo non costa nulla provare ad utilizzare, prima di regalare a commercianti e webmaster senza scrupoli un pezzetto del nostro sacrosanto diritto alla riservatezza in rete, un indirizzo fittizio che tenga augurabilmente al riparo i dati sensibili da criminali e software spara-reclame. Per chi volesse discutere il tema DEA e affini, ricordo infine il topic apposito già aperto sul MegaForum. ![]() Gli indirizzi e-mail monouso Segnala ad un amico |
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