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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Arrivano numerose lettere in redazione di utenti sempre più insoddisfatti dei floppy disk, alcuni di loro hanno addirittura cambiato il drive per risolvere i problemi: abbiamo quindi deciso di preparare questo articolo, che ripercorre un po' la storia del floppy e cerca di fare il punto della situazione sulla qualità di questi supporti agli inizi del 2002. Cercheremo inoltre di rispondere alla fatidica domanda, il floppy trova ancora qualche impiego oggi? Agli inizi degli anni 90, un floppy disk costava 3.000 lire. Oggi non vengono nemmeno più venduti singolarmente, ma in scatole da 10 o 20, per la stessa cifra. Purtroppo parallelamente al calo del prezzo si è manifestata fin da subito anche una vistosa perdita di qualità, un po' per limitare le spese ma un po' anche a causa della società informatica moderna, dove è avvenuta una multimedializzazione di massa, che ha portato a generare file dalle dimensioni sempre più imponenti, sicuramente superiori a quelle per cui i piccoli floppy da 1.44 MB (che poi sotto Windows sono solo 1.38, per la presenza FAT di sistema..) erano stati progettati: un file imponente necessita infatti di essere suddiviso, mediante programmi appositi, su più supporti, aumentando le probabilità di errore e la possibilità che la testina scriva su un cluster danneggiato. Ha ancora senso usare questi antiquati strumenti nel 2000? possiamo rispondere di si, ma limitatamente ad alcuni settori: i floppy sono infatti ancora il principale strumento per chi fa assistenza tecnica o lavora in laboratorio, ma il loro campo di impego si ferma qui. Dal punto di vista della compatibilità, possiamo notare che tutti i sistemi montano un lettore floppy in grado di bootare il sistema, mentre solo i BIOS più moderni sono in grado di bootare da CD-ROM. Il floppy poi è "universale": anche sotto dos, non necessita di particolari driver per funzionare, al contrario di CD-ROM e drive zip. Di default, poi, tutti i sistemi ricercano un disco avviabile per prima cosa sul floppy, permettendo velocemente l'avvio di un sistema col disco fisso danneggiato. Questo è l'unico settore in cui il floppy può ancora conservare una sua utilità: per le piccole necessità di ogni giorno è meglio scegliere vie più moderne, in primis l'uso della posta elettronica e di Internet in generale, che permette maggior affidabilità e velocità. Per gli scambi di file più voluminosi esistono poi numerose alternative, fra cui i CD riscrivibili, i cui prezzi sono precipitati sotto le 2.000 (un bel passo avanti rispetto alle 50.000 di due anni fa!), senza assolutamente mostrare perdite nella qualità del prodotto, o un drive Iomega Zip esterno, facilmente trasportabile e configurabile. In chiusura, qualche consiglio per chi vuole continuare ad utilizzare i dischetti:
Addio floppy, hai segnato un'epoca, ma è giunta l'ora della pensione. Segnala ad un amico |
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