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P2P: Italia e UK vicine Francia

27/06/2008
- A cura di
Zane.
Archivio - Il nascente provvedimento francese anti-P2P sembra piacere anche nel Regno Unito, dove discografici e ISP sono di fronte ad un aut aut. Nel frattanto, l'Italia si conferma impegnata a far rispettare il diritto d'autore.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Sembra proprio che la politica anti-P2P proposta dal governo francese nei giorni scorsi stia facendo scuola, sia di qua dalle alpi che di là Manica. Music (4).png

Durante un convegno tenutosi a Roma nei giorni scorsi, è intervenuto Denis Olivennes, Esecutivo per la catena d'intrattenimento francese fnac. Olivennes ha sottolineato la bontà dell'iniziativa in corso d'approvazione nel suo Paese, e quanto questa sia indispensabile per porre un freno al dilagante problema dei furti di proprietà intellettuale perpetrati via P2P.

A proporre il punto di vista dell'Italia sull'argomento è stato Mauro Masi, ex commissario SIAE e segretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri: "Il diritto d'autore e la sua tutela sono strumenti imprescindibili per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra società" - ha dichiarato - "L'Italia saprà sicuramente trovare una soluzione saggia in grado di garantire il giusto equilibrio fra tutti gli interessi in gioco. Con la legge 43 del 2005 è stata imboccata la strada della promozione della definizione di codici di deontologia e di buona condotta tra gli operatori coinvolti per utilizzare la rete come strumento per la diffusione della cultura e per la creazione di valore nel rispetto del diritto d'autore. Proseguiremo in questa direzione".

Frattanto, problematiche del genere vengono discusse anche nel Regno Unito. L'industria dell'intrattenimento e l'associazione degli Internet Provider hanno ricevuto infatti una sorta di ultimatum dal governo: o si trova un punto d'incontro fra interessi delle major e l'avversione degli ISP alle onerose soluzioni di monitoraggio del traffico, o sarà il governo ad imporre una soluzione legislativa "dall'alto".

In tal caso, secondo Ars Technica, la normativa proposta ricalcherebbe in larga parte la dottrina in fase di approvazione in Francia: tre infrazioni e sei fuori.

Ad ogni modo, prima di arrivare a tanto, verrà lasciato ampio spazio a etichette e ISP. Le parti, riporta Digital Music News, hanno tempo fino ad aprile 2009 per trovare il modo di accordarsi, e i primi incontri sono già in essere: all'annuale conferenza "London Calling" le parti si sono sedute ad un tavolo per discutere il da farsi, nell'ottica che qualsiasi soluzione sarà meglio di un intervento legislativo che finirebbe per tappare la bocca a tutti.

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