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DFIR Italy 2007: è ora di riformare il copyright

09/10/2007
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Archivio - Importanti esponenti della politica e delle istituzioni professano la volontà di ripensare le attuali norme in materia di diritti d'autore al Forum per Governance di Internet tenutosi recentemente a Roma.

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DFIR stà per Dialogue Forum on Internet Rights, ed è il nome dato al vertice organizzato dal governo italiano a fine settembre a Roma, tenuto nell'ambito dell'iniziativa Internet Governance Forum delle Nazioni Unite. Obiettivo dell'IDF è quello di favorire il dibattito sulla necessità di stabilire diritti e doveri per gli utenti Rete telematica mondiale, trasformando in norme universalmente accettate quei diritti digitali di cui si va parlando da tempo ma che sono ad oggi poco più che una dichiarazione di lodevoli intenti.

All'importante consesso riunitosi a Roma il 27 settembre scorso sono intervenuti protagonisti eccellenti della scena politica italiana che, assieme ad esperti e rappresentanti delle istituzioni del calibro di Stefano Rodotà (ex Garante Privacy) e Viviane Reding (Commissario Europeo per Società dell'Informazione e i Media), hanno discusso delle sfide che attualmente pone la diffusione di Internet alle istituzioni internazionali, sempre più inadeguate a controllare la salvaguardia dei diritti dei cittadini trasformati in netizen, abitanti attivi Rete.

Internet_Governance.jpgIn tale contesto è intervenuto tra gli altri anche Walter Veltroni, sindaco di Roma e candidato alla presidenza della nuova formazione politica del Partito Democratico, il quale ha sottolineato come la rete sia "lo specchio e la cartina di tornasole del grado di democrazia di un paese", riferendosi ai sempre più diffusi casi di censura e incarcerazione degli autori dei weblog critici con il potere nei paesi nemici di Internet come il segno più evidente della necessità di garantire con forza i diritti digitali nella società telematica.

Veltroni ha avuto modo di esprimersi anche sulla sempre calda questione dei diritti d'autore, definendo "improvvisamente invecchiati" i dettami delle attuali regolamentazioni legali su copyright e affini. Il sindaco romano parla espressamente della condivisione dei contenuti su Internet, concetto che è attualmente connesso a cose come "la violazione del copyright, la pirateria, le copie illegali" ma che a suo dire ha anche aspetti "alti". "La ricerca del profitto non è infatti l'unica motivazione dell'agire umano" dice il sindaco, inserendosi direttamente nel dibattito scaturito dalla proposta di legalizzazione del P2P attualmente ferma in Commissione Cultura.

Veltroni in pratica evoca la necessità di riformare profondamente il copyright, togliendo finalmente al Peer-to-Peer quella patina di illegalità e "pirateria" che lo ha attanagliato fin qui. A Veltroni, che potrebbe in futuro trovarsi nella posizione di guidare un Governo Repubblica di nuova formazione - eventualità nella quale io avrò ben presenti queste sue parole progressiste e illuminate - ha risposto il ministro delle telecomunicazioni Paolo Gentiloni, che ha confermato l'intenzione dell'attuale Governo Prodi di riavviare "un percorso consapevole del fatto che le misure repressive nel campo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale su Internet adottati dal precedente governo e tesi alla repressione non hanno dato risultati".

Gentiloni si riferisce naturalmente alla vituperata Legge Urbani - che il Signore abbia presto in gloria l'ex-ministro suddetto - che dal 2004 in poi equipara il file sharing all'omicidio o altri delitti di rilevanza penale. Per il ministro occorrono "forme nuove" per tutelare i diritti sulle opere d'ingegno, diritti che siano finalmente rispettosi del giusto equilibrio tra l'interesse di autori ed mangiapane a tradimento editori e quello della società tutta.

Per un rafforzamento del ruolo dell'ONU nella regolamentazione di Internet si è pronunciato il Ministro dell'Innovazione Luigi Nicolais, convinto che "solo così si rende possibile lo sviluppo Rete e il rispetto dei diritti universali". Senza le Nazioni Unite a giocare in prima fila per Governance Rete c'è il rischio che lo sviluppo del nuovo mezzo di comunicazione "possa essere piegato agli operatori più forti o ai governi che ne fanno un uso distorto".

Il dibattito Internet Governance proseguirà a Rio De Janeiro il prossimo novembre, dove Stefano Rodotà spera che "sarà possibile definire con maggiore precisione i contenuti dell'Internet Bill of Rights, elaborando una bozza da discutere in rete". Si lavora ad una vera e propria Costituzione di Internet insomma, che prenda in considerazione le tematiche fin qui emerse come centrali per una crescita equilibrata del medium, finora lasciate in pasto agli avvocati e ai protagonisti di mercato con l'unico interessa a raggranellare profitti.

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