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![]() La rete Gnutella è uno dei pezzi fondamentali della storia e del panorama attuale dell'intero mondo del file sharing. Dopo la chiusura di Napster infatti, Gnutella è stata la prima rete decentralizzata (senza cioè server centrali a cui connettersi per cercare i file) ad apparire in rete, permettendo lo sviluppo della tecnologia che ha portato agli attuali successi di network come eDonkey2000 e BitTorrent.
Al contrario di quanto successo con MetaMachine però, l'azienda intende combattere la sua battaglia in tribunale, e ha intentato una contro causa nei confronti della potente associazione dei discografici americani, accusandola di violazione del principio di antitrust e di pratiche cospirative rivolte alla neutralizzazione degli effetti del progresso della tecnologia sull'attuale assetto del mercato musicale. Lime Wire LLC ha contro-accusato RIAA di perseguire, attraverso l'utilizzo improprio della giustizia, la cancellazione di ogni servizio di distribuzione di musica on-line che non possieda o controlli in qualche modo, oppure l'imposizione dell'obbligo a tali servizi di limitare le attività secondo i propri dettami, volendo di fatto ristabilire una situazione di monopolio sui prezzi e sui modelli di distribuzione dei contenuti musicali (digitali o meno che siano). Tutto ciò a totale discapito dell'interesse dei consumatori, e con il fine ultimo di rendere vani i progressi tecnologici che minacciano l'attuale modello di business impiegato dall'industria e su cui RIAA non è in grado di estendere il proprio controllo.
Il cardine della difesa di Lime Wire LCC appare essere la differenza del proprio software da sistemi come il defunto Napster (risorto da qualche tempo come servizio di download di brani a pagamento), non provvedendo la compagnia a mettere a disposizione degli utenti server centrali per facilitare la ricerca di peer e lo scambio dei file. Se RIAA vuole davvero "soddisfazione", insomma, è cortesemente invitata a dimostrare che l'utente "X" ha scaricato le canzoni "A... Z": non essendo in grado di farlo, l'associazione dimostra, secondo i legali di LimeWire, di non essere in possesso delle prove basilari necessarie anche solo per imbastire una causa. Il Peer-to-Peer tira finalmente fuori i denti e controbatte, grazie all'iniziativa di una delle poche aziende rimaste attive nello sviluppo del software che non ci stanno a passare per istigatrici alla pirateria generalizzata, all'iraconda pretesa dell'industria di controllare in eterno il mercato e lo sviluppo delle nuove tecnologie di rete. Ricordiamo che recentemente il client LimeWire è diventato open source (con il software sorgente aperto al contributo di tutti), sebbene l'azienda sviluppi una versione PRO del programma (ottenibile previo pagamento di pochi dollari) in grado di offrire prestazioni avanzate, migliori risultati di ricerca e maggiore velocità di download dei contenuti. Segnala ad un amico |
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