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Pubblicato in rete il codice sorgente di Skype

04/06/2011
- A cura di
Zane.
Tecnologia & Attualità - Un abile programmatore è riuscito a rigenerare un'ampia porzione del codice sorgente alla base di Skype. La sua scoperta è ora pubblica, ma le conseguenze legali potrebbero essere pesantissime.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Il nome di Efim Bushmanov potrebbe presto divenire molto famoso dentro e fuori la rete.

Il ricercatore freelance ha infatti pubblicato sul proprio blog un'ampia sezione del codice sorgente di Skype, con tanto di dettagli relativi alla tecnologia di compressione e degli algoritmi crittografici impiegati nel programma leader della comunicazione VoIP.

Bushmanov ha spiegato che il protocollo proposto nei propri file è quello utilizzato sino alla versione "4" del software, ed è ora stato lievemente modificato: le fondamenta per realizzare un clone open source, ha assicurato, ci sono comunque già tutte.

L'abilissimo sviluppatore si è guardato bene dal rivelare apertamente come sia stato in grado di estrapolare il listato presentato ora al pubblico, ma la tesi più quotata è che sia stata utilizzata la tecnica nota come reverse engeneering, nella quale il programmatore disassembla l'eseguibile, ne ottiene il codice in linguaggio assembly e provvede poi a riscrivere manualmente funzioni analoghe con un linguaggio di alto livello.

Se tale ipotesi fosse verificata, il lavoro di Bushmanov risulterebbe illegale in pressoché la totalità dei Paesi: le condizioni di licenza di Skype, come quelle di molti applicativi a codice chiuso, vietano infatti espressamente il reverse engeneering del prodotto poiché il materiale è tutelato da diritto d'autore.

Sarà interessante vedere come il gruppo, la cui proprietà sta attualmente migrando sotto Microsoft, risponderà alla provocazione. Da sempre, infatti, Skype fa della riservatezza del proprio protocollo uno dei principali punti di forza per mantenere il controllo completo della piattaforma ed evitare che terzi possano inserirsi sul mercato con un software concorrente comunque compatibile con il diffusissimo prodotto.

Che l'azienda possa minacciare prima, ed intraprendere poi, un'azione legale appare comunque pressoché certo. L'unica scappatoia per Bushmanov sarebbe quella di dimostrare che il clone è stato realizzato senza reverse engeneering, ma solamente osservando i messaggi scambiati sulla rete: una circostanza, considerata la complessità del protocollo ed i livelli aggiuntivi di compressione e crittografia impiegati, che risulterebbe difficilmente sostenibile in tribunale.

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