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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Sono freddissime giornate bollenti per i gestori di alcuni siti Internet particolarmente trafficati. A pochi giorni dal grave incidente che ha consentito ad un gruppo di cracker di penetrare nei server di Lifehacker.com ed altre riviste edite dal gruppo Gawker Media, anche McDonald's e deviantART sono caduti vittime di incidenti simili. MacDonald'sPer quanto riguarda la catena di fastfood, i ladri digitali sono riusciti a penetrare nei server che gestivano la newsletter promozionale e, da qui, sottrarre e-mail e, potenzialmente, nomi, cognomi, indirizzi postali, numeri di telefono, date di nascita, genere e dettagli sul tipo di preferenze inerenti la sottoscrizione. Il gruppo ha comunque assicurato che il database non conteneva informazioni relative al numero di previdenza sociale o alle carte di credito dei clienti. MacDonald's si è detta impegnata in una collaborazione con le forze dell'ordine che, si spera, potrà portare al tracciamento dei responsabili. DeviantARTL'incidente legato a deviantART, popolare sito dedicato ad illustratori, fotografi ed altre tipologie di creativi digitali, ha invece portato al furto di 13 milioni di indirizzi e-mail e, potenzialmente, relativi nomi utente utilizzati sul portale e date di nascita. Il crack, spiega la comunicazione degli amministratori, non ha preso di mira una risorsa controllata direttamente da deviantART, quanto all'infrastruttura di tale Silverpop Systems, alla quale il sito si appoggiava per la gestione delle comunicazioni. "È probabile che questo comporti un aumento dello spam recapitato nelle mailbox", anticipa il comunicato, assicurando comunque che i criminali non sono riusciti ad accedere ad alcuna altra risorsa privata o alle password scelte dagli utenti. "Silverpop" è il legameA quanto pare, i due incidenti sono slegati al caso Gawker Media, ma strettamente correlati fra loro. The Register segnala infatti che anche McDonald's utilizzava, sebbene indirettamente, i servizi del gruppo Silverpop Systems per la gestione dei contatti. È quindi probabile che, con un singolo crack, i truffatori siano riusciti a guadagnarsi l'accesso ad una mole immensa di indirizzi e-mail ed altri dati personali: sarebbero infatti "più di 100" le aziende che figurano fra i clienti di Silverpop Systems e che, di conseguenza, potrebbero aver inconsapevolmente esposto i dati dei propri utenti. Segnala ad un amico |
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