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Apple vuole standardizzare il proprio HTTP Live Streaming

16/07/2009
- A cura di
Internet - Apple vorrebbe che il proprio protocollo di trasmissione via HTTP diventasse uno standard IETF. Tutto questo per contrastare Flash e Silverlight, che rappresentano le tecnologie dominanti nel settore dello streaming online.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

HTTP Live Streaming è una tecnologia messa a punto da Apple per trasmettere contenuti in streaming utilizzando il protocollo HTTP.

I possessori di iPhone e iPod Touch ne possono già disporre, in quanto iPhone OS 3.0 include il supporto a questo nuovo tipo di streaming. Gli utenti Mac potranno beneficiarne con QuickTime X in arrivo con Snow Leopard a settembre.

Recentemente Cupertino ha sottoposto alla Internet Engineering Task Force (IETF), una bozza di questa nuova tecnologia per poterla dichiarare standard a tutti gli effetti.

L'intenzione di Apple è quella di contrastare soluzioni proprietarie come Adobe Flash e Microsoft Silverlight imboccando la strada degli standard. L'azienda conta sull'appoggio di network televisivi ma anche dei piccoli videoamatori attirati dalla prospettiva di una tecnologia libera ma soprattutto economica da adottare.

Per spiegare il funzionamento di HTTP Live Streaming, ipotizziamo di voler vedere un video. Il filmato, presente sul server a cui ci colleghiamo, è codificato in MPEG-2 e diviso in piccole parti. Il player si collega al server e scarica una speciale playlist in un formato derivato da M3U, precisamente con estensione .m3u8, contenente gli indirizzi di tutte le parti del video.

A questo punto inizia il download delle prime clip che, al termine, saranno riprodotte nell'ordine indicato nella playlist. Durante la riproduzione il player continuerà a scaricare tutte le altre parti necessarie.

Nel caso volessimo guardare un video in live streaming (in diretta), il client aggiornerà periodicamente la playlist, in modo da ottenere le ultime clip presenti sul server.

Ovviamente salta all'occhio un difetto della tecnologia: uno streaming non sarà mai "in diretta", ma sarà comunque in differita di qualche secondo; massimo trenta secondi, sostiene Apple.

Ci sono comunque diversi pregi da sottolineare. In primis, HTTP Live Streaming non richiede server speciali, bensì funziona su tutti i comuni web server, ad esempio il famoso Apache (probabilmente sarà necessario qualche modulo aggiuntivo).

Inoltre, è possibile mettere a disposizione playlist con clip di qualità più bassa per chi non dispone di una connessione veloce. Oltretutto, HTTP Live Streaming permette di criptare il filmato, permettendone l'accesso solo a chi ha pagato per la visione, ad esempio.

Ormai Apple sembra intenzionata a non lasciar sfuggire Adobe e Microsoft, e la sua tecnologia sembra avere tutte le carte in regola per farne una degna rivale delle controparti proprietarie. Attendiamo dunque il responso di IETF per sancire definitivamente la standardizzazione di HTTP Live Streaming.

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