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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Apparsi sul mercato ad inizio anno, i nuovi processori AMD Phenom II, strettamente imparentati con la serie Shanghai presentata nel mese di settembre 2008, sono davvero in grado di competere con la rivale di sempre, Intel. Le prestazioni rispetto alla generazione precedente, conosciuta con il nome in codice Barcelona, sono notevolmente migliorate. Dopo un lungo periodo che ha visto Intel fare la parte del leone, finalmente è possibile vedere delle soluzioni concorrenti decisamente valide e dal prezzo allettante. Caratteristiche generaliQuanto presentato da AMD al Ces 2009, rappresenta la prima sostanziale revisione per quanto riguarda la famiglia di processori Phenom. L'architettura di base deriva della serie Shanghai, sviluppata per operare in ambito server. Con quest'ultima serie, Phenom II condivide gran parte dei componenti, fatta eccezione per il numero di link Hyper Transport, Memory controller e socket. Scelta obbligata, per una diverso posizionamento sul mercato. Una delle principali differenze che distingue la nuova serie di CPU Phenom della precedente, è sicuramente il processo produttivo utilizzato. Non più 65 nm ma bensì 45 nm, andando di fatto ad allinearsi con le attuali soluzioni offerte dal colosso di Santa Clara. Questo cambiamento ha permesso non solo di ridurre la superficie del die, ma anche i consumi. Inoltre se con la prima generazione di processori Phenom, AMD offriva CPU con tagli di frequenze operative di 2.6 GHz massimo, ora, con la seconda generazione è possibile acquistare soluzioni con frequenza di default pari a 3.00 GHz. L'implementazione del processo produttivo a 45 nm, ha permesso ad AMD di raddoppiare le cache L3, passando dai precedenti 2 MB agli attuali 6 MB. L'architettura della cache, così come nella generazione precedente, è di tipo esclusivo. Rimangono invece invariate le quantità di cache L1 e L2, rispettivamente di 64 kB e 512 kB per ogni core disponibile. Quanto osservato nelle soluzioni Shanghai, ha permesso di trarre delle conclusioni interessanti: AMD ha deciso di suddividere la cache L3 in 4 blocchi; 2 da 2 MB ciascuno e i due restanti da 1 MB. Questa particolare caratteristica, permette al produttore di disabilitare selettivamente quantitativi di cache L3 qualora fosse necessario produrre CPU di diversa fascia di vendita. Memory controllerLe prime versioni presentate da AMD, integrano direttamente nel processore un memory controller compatibile con lo standard DDR2. A partire dai prossimi mesi saranno commercializzati anche le versioni compatibili con socket AM3. Le CPU della famiglia Phenom II, abbinate al nuovo socket AM3, integreranno al proprio interno un memory controller, compatibile sia con lo standard DDR2, sia con lo standard DDR3. Ne consegue che i processori che andranno ad equipaggiare schede madri con socket AM3, potranno essere utilizzati anche su schede madri dotate dei precedenti socket AM2 e AM2+ (circuiteria e BIOS permettendo), mentre i processori compatibili con i vecchi AM2 e AM2+ non potranno essere adottati su socket AM3, dato che la scheda madre implementa solamente slot di tipo DDR3. Prefetch e Smart FetchAMD ha introdotto alcune ottimizzazioni per quanto riguarda l'attività di prefetching. Da questo punto di vista, la soluzione adottata dal produttore AMD è molto simile a quanto già visto dal rivale Intel nelle proprie CPU Core i7. L'integrazione di un buffer, adibito al controllo delle funzionalità di prefetching, all'interno del memory controller, permette di svuotare e ricaricare la cache L3, a seconda delle previsioni più o meno esatte e di conseguenza utili o non utili all'elaborazione dei quattro core. La tecnologia Smart Fetch, utile per una migliore gestione del risparmio energetico, permette di forzare il funzionamento del processore, facendolo entrare in modalità Halt, qualora si trovasse in idle.
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