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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Il digitale terrestre è stato uno dei tormentoni della stagione invernale scorsa: milioni su milioni di euro sono stati investiti dal governo in questa tecnologia di trasmissione televisiva proclamata "rivoluzionaria" e "interattiva", due termini che, analizzando l'evento nella sua attuazione pratica, ben poco hanno da spartire con quanto è stato realmente concretizzato. Sulla carta il digitale terrestre ha tutte le carte in regola per divenire una buona evoluzione (si badi bene non "rivoluzione") del tradizionale sistema televisivo analogico: senza utilizzare la parabola e senza sostituire l'impianto esistente, l'utenza può accedere a tutti i canali televisivi tradizionali, in qualità digitale (sensibilmente più elevata del tradizionale sistema analogico). È importante anche per il delicato problema della suddivisone delle frequenze, che attanaglia il panorama italiano con accuse più o meno dirette ai principali operatori del settore. Grazie al digitale, il problema della limitatezza dello spettro delle frequenze è del tutto superato, e gli operatori possono distribuire contenuti in modo decisamente più semplice. Come già per la ricezione dei canali satellitari, è necessario un apposito apparecchio, chiamato "decodificatore" (decoder) che trasformi il segnale ricevuto dall'antenna sottoforma di lunghe stringhe binarie in una forma analogica visualizzabile dal televisore: il governo ha fortemente incentivato l'acquisto con speciali sconti su questi apparecchi tecnologici che, come era prevedibile dall'effetto novità, avrebbero avuto altrimenti costi difficilmente accessibili. Il decoder satellitare non è compatibile con il sistema di trasmissione terrestre, e viceversa: è quindi necessario munirsi di un box separato. Abbiamo avuto modo di provare il decoder per computer di Micro Edge: collegando il dispositivo al nostro sistema mediante la porta USB, possiamo visualizzare la televisione digitale, e registrare alla massima qualità le trasmissioni sul disco fisso. Il prodotto in se è ottimo, ma ci siamo ben presto resi conto che quello che manca, purtroppo, sono i contenuti e la copertura: abbiamo provato per più di un'ora a ricevere uno dei tanti canali aggiuntivi tanto pubblicizzati negli spot, senza però aver modo di accedere. Nessun problema invece per le sei classiche emittenti italiane, che sono captate immediatamente e alla massima qualità. Per svolgere la prova siamo stati costretti a spostarci sotto le antenne di trasmissione della nostra città e utilizzare la piccola antenna portatile acclusa nella confezione: nessuna possibilità ancora di sfruttare il servizio dalle nostre abitazioni.
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