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				Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa.
				  La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto. La nuova frontiera del crimine telematico si sposa con la piaga dei worm che continua a flagellare Internet da anni. Stavolta il verme si chiama KMeth e, piuttosto che accanirsi contro il sistema dell'utente, preferisce pensare a creare grattacapi a Google Inc. e alla sua piattaforma di pubblicità contestuale AdSense. KMeth si diffonde sfruttando i client di instant messaging compatibili con il protocollo di Yahoo! Messenger. 
 La parola chiave, infatti, è una delle più costose per gli inserzionisti: ogni click ad un banner testuale AdSense ad essa collegato è in grado di generare fino a 13 dollari di guadagno. Scopo del worm è falsare il calcolo dei ricavi pubblicitari, danneggiando così sia gli inserzionisti che Google stessa. C'è da dire che non esiste nessuna automazione dei click: aperta la pagina dei banner, è l'utente a dover scegliere volontariamente di visitare i link sponsorizzati. Nonostante questo, KMeth rimane un caso inquietante, esemplificativo della convergenza sempre più proficua delle attività criminali tradizionali e quelle degli esponenti dell'underground informatico col pallino del codice maligno: l'advertising contestuale che ha permesso la nascita di giganti come Google e Yahoo!, già messo sotto accusa da più parti per le botnet di sistemi zombi usate per falsificare i click e per presunti cartelli commerciali creati per impedire una reale concorrenza, si trova ora a dover subire l'ennesimo duro attacco alla sua reale affidabilità. Segnala ad un amico | 
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