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Pubblicazione indipendente per i Radiohead?

10/07/2006
- A cura di
Archivio - La band sta valutando la possibilità di utilizzare canali alternativi per la pubblicizzazione e la distribuzione del suo ultimo lavoro. Internet inclusa..

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Thom Yorke e compagni contro il leviatano dell'industria musicale. Secondo quanto apparso sul sito del Los Angeles Times, i musicisti stanno prendendo seriamente in considerazione la possibilità di diventare battitori liberi del mercato musicale.

Il contratto con la potente etichetta EMI Music sta per scadere, e Yorke ha implicitamente affermato che un rinnovo non è all'orizzonte. Una volta completato il lavoro sulle nuove tracce, la band potrebbe impiegare le sole proprie forze per far uscire il disco. "Abbiamo a disposizione due o tre opzioni", ha affermato il frontman del gruppo, "e la pubblicazione indipendente è una di queste. Una volta completato il lavoro con un risultato che ci soddisfi, cominceremo a pensare seriamente alla cosa".

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Molto eloquentemente, Yorke afferma che vorrebbe tanto "mettere un'arma chimica all'interno dell'industria musicale", anche se non considera la cosa come un obbligo morale per la band.

Facendo una congettura poi non così aleatoria, da appassionati del content sharing e da cittadini della rete è facile pensare all'utilizzo di Internet per distribuire e far conoscere il nuovo disco. I Radiohead in rete, con il largo seguito di cui possono godere, farebbero testo: si tratterebbe dell'ulteriore dimostrazione di come gli artisti, grazie alle evoluzioni tecnologiche del mondo digitale interconnesso, abbiano nuovi portentosi strumenti a disposizione per esprimersi. Senza la necessità obbligata di pagare l'obolo a chi ha un solo obiettivo concreto: fare soldi sfruttando le capacità e il talento altrui, con la scusa di facciata di difendere il diritto all'equo compenso di chi fa musica per vivere.

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