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Libertà d'espressione in pericolo

16/04/2001
- A cura di
Zane.
Tecnologia & Attualità - Il governo ha istituito una nuova legge che mina la libertà di espressione: vediamo come.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

No, non è un titolo allarmistico di quelli che si leggono sui quotidiani o che si sentono alla televisione: lo scorso 5 aprile 2001 è entrata in vigore una legge per l'editoria, che si estende anche al web (62/2001), che impedisce di fatto ai siti amatoriali di continuare ad esistere, se non ad alcune limitanti condizioni. Gli iscritti alla nostra mailinglist sanno già di cosa sto parlando ma preferisco comunque riassumere di seguito: la nuova legge impone a tutti i siti Internet italiani, che spaziano da MegaLab.it al sito del mio vicino di casa sul suo gatto, di specificare un numero infinito di dati burocratici su ogni pagina del proprio "prodotto editoriale", fra i quali "luogo e anno della pubblicazione" "nome e domicilio dello stampatore" "nome dell'editore"e, più importante, anche il nome di un "direttore responsabile" che, almeno secondo gli intenti del governo, deve essere iscritto all'albo dei giornalisti. Chiunque non si uniformi a questa nuova legge verrà punito con sanzioni di 500.000 lire e/o due anni di reclusione. Sorvolando sull'enorme numero di contraddizioni e mancanza di specificità della legislazione, che mostra che chi ha approvato tale normativa non ha mai gestito un sito Internet (per grazia divina, come si stampa un sito Internet? chi è lo stampatore, io che scrivo l'articolo, il mio ISP che carica i dati, il server che ospita la pagina o chi altro?), rimane il fatto che la nuova legge è in vigore e che, almeno in Italia, non è più possibile pubblicare nessuna e-zine periodica se non si è iscritti all'albo dei giornalisti: sapete in quale altro paese è adottata questa legge? In Cina, famosa per la sua democraticità..

Sono già stati scritti migliaia di byte per descrivere il problema quindi, in vero stile Internet, vi rimando ad un articolo realizzato da Punto Informatico che descrive molto bene la questione. Preferisco continuare l'articolo con questioni più pratiche.

Una piccola osservazione, fattami notare da Paolo Attivissimo: Il comma 3 dell'articolo 1 dice che al "prodotto editoriale" si applica l'articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, che riporta, direttamente o indirettamente, a una normativa del 26 marzo 1848, (in particolare, alla n. 695). Dunque, come tutti sanno non sono un mostro in matematica, ma secondo me la legge in questione è di 153 anni fa... eh si, alla fine del documento si vede la vidimazione del Re del Piemonte, Carlo Alberto... Ok, riflettiamo un attimo, nel 2001, nell'età dell'informatica, dove la civiltà a toccato il massimo grado di sviluppo tecnologico, dove stanno nascendo società multietniche, dove si sbandiera ad ogni angolo la libertà d'espressione, ci si rifà ad una legge di 153 anni prima? scusate, mi verrebbe quasi da ridere se non riflettessi sul fatto che forse per questa nuova trovata del governo dovrò rinunciare a fornire il servizio d'informazione gratuito e che, lo sottolineo di nuovo, non mi genera introiti, ma che è sostenuto solamente dalla passione mia e degli altri redattori. E come me moltissimi altri webmaster in tutta Italia.

Dopo aver presentato il problema, viene da chiedersi a cosa può servire questa normativa. In un primo momento, e come me molti altri collegi webmaster, avevo pensato fosse per tutelare i nuovi arrivati in Internet (non dimentichiamo che l'Italia ha subito in questi ultimi mesi un vero e proprio boom dell'informatica). Mi sembrava un'ipotesi un po' troppo ideologica e l'ho abbandonata subito per concentrarmi su chi poteva trarre vantaggio da un appiattimento della concorrenza informativa, cioè ovviamente i grandi siti, controllati come al solito dai soliti quattro gatti: i costi burocratici per l'iscrizione all'albo sono infatti elevatissimi, difficilmente sostenibili da un sito amatoriale. Con questa nuova normativa si tenta quindi di scoraggiare l'informazione da parte dei privati, lasciando di fatto l'informazione in mano a fonti note e facilmente controllabili.

Rispondo infine a qualche domanda che mi è stata rivolta:

D: Non è possibile caricare la pagine in un server internazionale, ad esempio Geocities, non sottoposto alla legge italiana?

R: Purtroppo i dati per l'upload partono comunque dal territorio italiano e ricadono quindi sotto la sua legislatura.

D: Non è possibile pubblicare i dati su un proprio server fatto in casa, quindi proprietà privata?

R: Il server è comunque fisicamente in territorio italiano.

D: Non posso chiedere ad un mio amico iscritto all'albo dei giornalisti di fornirmi suo nome?

R: Si, però tieni presente che tutto quello che scriverai, pubblicherai, metterai a disposizione sul tuo sito sarà sotto la sua responsabilità: se, per esempio, tu dovessi, magari anche in buona fede, offendere o diffamare qualcuno, l'azione legale sarebbe rivolta contro il tuo amico.

D: Devo chiudere il mio sito?

R: Uhh, domanda difficile. Molti ipotizzano che tale normativa non sarà mai utilizzata su vasta scala ma solo per colpire chi sta scomodo (un po' come la legge sullo spam) ma il pericolo è grande: il mio consiglio è quindi quello di continuare tranquillamente se hai una piccola homepage con qualche foto tua e della tua squadra di calcetto, ma di fare attenzione se hai un sito di informazione già avviato e che genera molto traffico.

D: Cosa intendi alla risposta prima per "fare attenzione"?

R: Dunque, innanzitutto, ed è su questo primo punto che si giocherà tutta la nostra difesa legale, essere aperiodici: né io, né nessun altro abbiamo capito bene cosa significhi, ma applichiamo la lingua italiana, interpretando come non aggiornare sempre lo stesso giorno (ma guarda te se una legge deve essere interpretata alla "speriamo in Dio"...). Riportiamo quindi la locazione fisica del server che ospita le nostre pagine: difficile ma non impossibile, basterà interpellare il responsabile dell'helpdesk. Nominiamo quindi un direttore responsabile: basta, cito la legge, "possedere gli altri requisiti per l'iscrizione nelle liste elettorali politiche", che interpreto, come un "maggiorenne italiano": la legge non specifica per gli aperiodici se deve essere laureato o meno, iscritto a qualche albo o meno. Citiamo infine la data della stesura dell'articolo. Con queste semplici attenzioni dovremmo essere in grado di continuare a far sentire la nostra voce.

D: Cosa posso fare per abrogare questa dannata legge? (parole testuali di un lettore!)

R: Singolarmente non molto, se non segnalare più possibile questo articolo o altri analoghi: con una presa di coscienza comune del problema, sarà possibile risolverlo in un lasso di tempo ragionevole.

Se avete altri dubbi, curiosità o richieste, postate pure, sarò felice di rispondere a tutti, pubblicando i quesiti più interessanti o ricorrenti.

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