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In un epoca in cui l'interconnessione per lo scambio di dati e di informazioni è un bisogno sempre più pressante, con la necessità di esplorare i fondali marini alla ricerca di combustibili fossili per il nostro sempre crescente fabbisogno di energia, avere a disposizione Internet a molti metri sotto il livello del mare diventa un'esigenza concreta. Partendo da questa esigenza, i laboratori di ricerca della QinetiQ, patrocinati dalla Royal Navy di Sua Maestà, hanno sviluppato Proteus, definizione epica derivata dal nome del servitore di Poseidone, dio dei mari e degli oceani della mitologia greca. Proteus è formato da una rete di boe galleggianti capaci di trasmettere dati sfruttando il protocollo TCP/IP. Collegandosi a questi "punti di accesso", i sommergibili e le strutture di ricerca sottomarine potranno utilizzare la connessione alla rete. Non solo, si ipotizza la possibilità, attraverso Proteus, di rendere disponibili anche servizi di telefonia mobile ai fondali abitati dagli umani.
Secondo quanto affermato da Ian Prescott, manager di QinetiQ, i dati vengono modulati in modo molto preciso, la qualità e la stabilità della ricezione del segnale è di tipo militare, garantendo così ottimi risultati in qualsiasi condizione ambientale il sistema si trovi ad operare. Segnala ad un amico |
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