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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
È davvero alto il rischio di aggressioni telematiche nelle aziende: a rivelarlo è un indagine condotta dal gruppo di ricerca Dynamic Markets per conto di Websense (produttore specializzato, manco a dirlo, in soluzioni di sicurezza e filtering aziendale) su un campione di 500 amministratori di sistema dislocati in vari paesi europei (100 in Italia). Il 47% ha ammesso di aver subito almeno un attacco informatico ma, nonostante ciò, i responsabili IT ostentano una certa sicurezza: ben il 91% degli intervistati dichiara infatti di aver dotato l'azienda di sistemi di protezione efficaci. Ma le dichiarazioni successive sembrano in netto contrasto: "il 60% del campione non ha alcuna protezione contro gli attacchi di cracking provenienti dall'interno dell'azienda, il 62% non è in grado di bloccare attacchi di phishing, il 56% non sa impedire l'uso di applicazioni P2P illegali, il 35% non è in grado di evitare lo spyware che rischia di mettere a repentaglio le informazioni aziendali riservate.", si legge nelle analisi di Websense. Questo impegno sarebbe tanto gravoso da ripercuotersi anche sul livello di stress dei tecnici: il 30% degli italiani intervistati ha dichiarato infatti che il problema security causa loro un alto livello di tensione, spesso più elevato di quello generato dai problemi personali. Segnala ad un amico |
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