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PlayStation 3, Sony multata per pubblicità ingannevole

27/11/2007
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Archivio - La decisione del Garante Concorrenza italiano stabilisce l'obbligo per Sony - così come per chiunque altro - di informare in maniera chiara ed esaustiva gli acquirenti sulle reali capacità dei dispositivi elettronici messi in vendita.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Si è conclusa la vicenda giudiziaria italiana in cui è incappata Sony, produttrice di PlayStation 3, dopo la commercializzazione della console sul mercato europeo: la corporazione nipponica è stata giudicata colpevole di pubblicità ingannevole, e dovrà accollarsi assieme alle catene commerciali Media World e Trony il pagamento di una multa.

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La multinazionale dell'elettronica era stata chiamata da Altroconsumo a rispondere davanti al Garante Concorrenza e del Mercato, in merito alla spinosa questione della retrocompatibilità con i videogame pensati per le PlayStation di vecchia generazione e in particolare per PS2: PS3 commercializzata in Europa non è dotata del complesso chipset alla base di quest'ultima (al contrario delle edizioni USA e giapponese), e offre quindi una compatibilità molto inferiore con i titoli PS2 (rif. PlayStation 3 e retrocompatibilità, l'Europa bistrattata da Sony).

Una situazione ben diversa da quanto descritto sui volantini pubblicitari diffusi nelle suddette catene dell'elettronica: nei depliant si lodavano le qualità di PS3, ma veniva accuratamente omesso il "dettaglio" della incompatibilità con i titoli PS2. Una situazione che, secondo il Garante, è stata peggiorata dal fatto di aver indicato la console con il numero 3 progressivo, instillando nei consumatori la falsa sicurezza di una compatibilità totale con i vecchi giochi.

Per tali ragioni la multinazionale e i rivenditori dovranno pagare multe che variano dai 18.600 euro fino a 48.600 euro - quest'ultima a carico di Sony. Cifre forse non particolarmente significative, visto il volume di affari generato dalle società in oggetto, ma che nella decisione del Garante vengono accompagnate dall'obbligo, per chi commercia in "giochi elettronici caratterizzati da un alto livello tecnologico", di informare i consumatori in maniera quanto più completa possibile sulle reali caratteristiche dei dispositivi.

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