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![]() Dopo svariate settimane di polemiche, ritocchi, critiche quanto plausi, è stata approvata una delle normative che più da vicino potrebbero modificare il lifestyle degli italiani in rete: la normativa "Urbani" è ora legge. Giulio Urbani, attualmente in carica presso il ministero dei Beni Culturali, è riuscito a far approvare una legge promossa come "misura preventiva contro la pirateria audiovisiva": fra i tanti punti toccati dalla normativa, il più interessante per gli utenti Internet sono due: l'introduzione del penale come provvedimento contro chi "scarica" materiale protetto e la sostituzione dell'ambiguo "a scopo di lucro" con "per trarne profitto. Innanzitutto, è bene fare un po' di chiarezza: scaricare opere coperte da copyright era illegale prima della legge e lo è adesso: ora però, il reato è penale: in altre parole, se prima al massimo vi beccavate una bella multa, ora si rischia la galera, con periodi variabili da pochi mesi (!) ad alcuni anni, a seconda dell'entità della violazione. Il secondo punto, quello che personalmente trovo meno corretto, tende ad uniformare chi scarica dalla rete per il proprio uso personale con chi rivende illegalmente opere protette: i veri "pirati", insomma, quelli che affollano le grandi città con voluminosi pacchi di CD masterizzati, vengono accomunati al ragazzino che scarica l'ultimo album di Britney Spears per ascoltarselo in casa. Che bellezza. La sostituzione del termine "a scopo di lucro", in cui "lucro" viene interpretato come acquisizione di patrimonio monetario, viene sostituita quindi da "per trarne profitto", in cui "profitto" è qualunque cosa, anche il solo risparmio proveniente dal mancato acquisto dell'opera. Fra le tante "pagliuzze" della nuova normativa, purtroppo non si tiene in alcuna considerazione che il nostro ragazzino di cui sopra possa essere intenzionato ad acquistare successivamente l'album della sua beniamina, dopo aver valutato che anche l'ultima produzione della formosa giovane soddisfi il proprio palato come le precedenti. Ancora, non si parla della responsabilità in caso di connessioni condivise: sarà dell'intestatario dell'abbonamento o di chi ha effettivamente scaricato? E in assenza di un log che funga da prova, come comportarsi? Fra le tante attività su cui si aspettava un chiarimento, la nuova legge non tratta in alcun punto i numerosi siti web che mantengono link ai file disponibili sui circuiti di condivisione: sebbene i file non siano direttamente presenti sui server dei gestori, in passato sono già state intraprese alcune azioni contro community del genere. Gabriella Carlucci di Forza Italia, in prima linea nel sostenere il provvedimento, ha comunque gettato acqua sul fuoco: la nuova legge non colpirà i tanti scaricatori "causali", ovvero i ragazzini che scaricano saltuariamente uno/due singoli dei propri autori preferiti, ma più gli "heavy user", gli utenti che quotidianamente scaricano e condividono decine di Gigabyte di musica, film e opere protette da diritto d'autore. La legge, promossa da tutta la maggioranza ma ostacolata solo da pochi partiti di sinistra, non è piaciuta proprio a nessuno (tranne alle associazioni dei discografici, ovviamente): Urbani ha promesso in parlamento di modificare pesantemente la legge in una fase successiva, eliminando per prima cosa la detenzione. In molti però si sono chiesti a quale pro legiferare in modo così azzardato per poi aggiustare le cose in un secondo momento: non era meglio pazientare e riflettere di più per poi emanare un provvedimento più ponderato in un secondo momento? Dopo la prima mobilitazione di piazza, circa una cinquantina di manifestanti male organizzati, si prospetta un nuovo boicottaggio: molti utenti infatti, per lo più i responsabili di siti dedicati al filesharing, i gestori degli hub e dei server opennap, o singoli utenti appassionati, stanno minacciando di abbandonare le proprie connessioni ADSL, come forma di protesta contro la normativa. Nonostante sia davvero difficile che una cosa del genere possa attrarre un numero di utenti degno di considerazione, per il governo di "Impresa, Inglese, Internet" potrebbe trattarsi di un vero scivolone: oltre a termine di immagine, di fondi impiegati per la "larga banda", se il boicottaggio dovesse prendere piede, cosa altamente improbabile soprattutto a causa dell'utenza professionale e semi-professionale per cui la linea always-on è vitale, alle proteste si unirebbero anche le voci dei provider, da sempre contrari al provvedimento (il filesharing "selvaggio" viene da sempre utilizzato come valore aggiunto per la vendita di connettività broadband). Quali rischi e quali pericoli per chi utilizza ora i circuiti di peer-to-peer? Beh, se siete soliti scambiare opere liberamente disponibili, quali canzoni della band di rockettari che si riunisce nel garage di fronte, oppure software gratuito, quale Linux o i tanti applicativi freeware, come Mozilla, OpenOffice, Gimp, i codec DivX/XviD e via dicendo, non avete mai corso alcun pericolo, ne lo farete ora: continuate pure le vostre attività, siete assolutamente nel legale. Se invece scaricate opere protette, il discorso cambia un po' . Le dichiarazioni dell'On. Carlucci mi sembrano ben formulate: almeno in un primo momento, la legge verrà sicuramente utilizzata per colpire i grandi condivisori (più che altro a titolo "esemplare") quindi se scaricate un MP3 alla settimana non dovreste avere noie, o almeno, siete al di fuori della legalità, ma non correte più rischi di quanti ne abbiate corsi fino ad ora. Tanto per capirci, è come fare i 95 all'ora con il limite dei 90: che la patente sia a punti o meno siete fuori dalla legalità, ma nessun vigile vi farà multa per un effrazione così piccola. D'altro canto, se fate i 150 all'ora, o scaricate due film al giorno con 80 GB di condivisione, vi conviene rivedere le vostre abitudini: almeno per il momento, siete bersagli abbastanza appetibili. Segnala ad un amico |
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