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Ottimizziamo l'avvio e riduciamo il consumo di RAM (e batteria) sui dispositivi Android, senza task killer

03/08/2012
- A cura di
Telefonia & Palmari - Siamo abituati ad installare task killer sui nostri device Android per fermare le applicazioni più "esose". Vi spieghiamo perché tale comportamento è inutile e mi mostremo come intervenire efficacemente per ridurre i consumi di RAM e CPU per le applicazioni in autorun indesiderate.

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Cercando su Internet si trovano tantissime guide in cui viene consigliato di installare un task killer sul proprio dispositivo Android per controllare l'avvio, o per regolare la chiusura, delle applicazioni che riteniamo "pesanti" o superflue.

Quello che non sappiamo è che tale comportamento è completamente inutile e le motivazioni sono numerose:

  • Una app chiusa forzatamente tenterà di riaprirsi, quasi immediatamente;
  • Il task killer, per forzare la chiusura delle app "appena riaperte", consumerà più RAM, CPU e batteria delle applicazioni chiuse;
  • Il task killer chiude solo il processo, lasciando i servizi base e le librerie orfani in memoria; questi ultimi tenteranno di riaprire il processo di riferimento, forzando ulteriormente il lavoro del task killer;
  • Android è assolutamente in grado di gestire i processi avviati nella memoria RAM, chiudendo autonomamente gli applicativi non più utilizzati o in background da molto tempo quando la memoria scarseggia.

Possiamo constatare che questo approccio non è il migliore, se il nostro obbiettivo è ridurre il numero di processi e il consumo di RAM (e di riflesso aumentare la durata della batteria, specie se le app che usiamo sono di natura pesanti anche in background).

L'obbiettivo è un altro: evitare che tali app si aprano in maniera autonoma, all'avvio del sistema o in un qualsiasi momento, senza alcuna ragione apparente; il sistema non deve proprio richiedere il loro avvio, se non espessamente richiesto dal proprietario del device (avvio manuale dell'app dal menu o dal launcher).

Una volta avviate, tanto vale lasciarle gestire ad Android!

Questo scenario è molto frequente: abbiamo applicazioni (anche di sistema) che non utilizziamo, o usiamo pochissimo, ma queste sono (in qualche modo) sempre presenti in memoria, o si avviano da sole quando effettuiamo alcune operazioni sullo smartphone.

Alcuni facili esempi: Google Maps, Google Traduttore, YouTube, Browser, più molte applicazioni di terze parti che non è necessario avere sempre attive.

Negli scenari peggiori alcune app si mettono in autoavvio fin dal boot del sistema, rallentando il processo d'avvio e occupando memoria prima di altri applicativi più importanti.

È possibile bloccare il loro avvio sul nascere attraverso un gestore di app avanzato: Gemini App Manager

Gemini.jpg

Sotto l'aspetto di task killer (funzionalità che non useremo) nasconde delle funzionalità avanzate adibite al controllo dell'autorun dei servizi e dei singoli processi di un applicativo, bloccando di fatto ogni avvio automatico, o non autorizzato dall'utente, grazie alla rimozione dei permessi ai singoli processi, servizi e librerie associati all'applicativo.

Le applicazioni saranno comunque utilizzabili ed avviabili manualmente, solo quando ne avremo bisogno.

Nella pagina successiva vedremo come riconoscere le applicazioni in autorun "non necessarie" e come bloccarle in maniera efficace e indolore.

L'app in questione è scaricabile da questa pagina.

NOTA BENE

Per bloccare l'autorun dei programmi è obbligatorio abilitare i permessi di root e il debugging USB sul proprio dispositivo

NOTA BENE 2

In teoria è possibile bloccare l'autorun di qualsiasi componente Android, anche processi vitali al corretto funzionamento del sistema.

Agite con estrema cautela ed attenzione, pena ritrovarsi lo smartphone danneggiato!

MegaLab.it non si assume nessuna responsabilità per danni provocati dall'utilizzo improprio delle procedure descritte in questo articolo!

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