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Sicurezza, scudo, ok, sicuro

Il browser sicuro non esiste

09/10/2006
- A cura di
Zane.
Archivio - Uno studio Symantec delinea una situazione davvero preoccupante per la navigazione sul web: l'attenzione dei cracker si sta spostando dal solito Internet Explorer anche verso i concorrenti.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Indipendentemente dal fatto che si utilizzi Internet Explorer, Firefox, Opera o qualsiasi altro web browser, non esiste un navigatore che possa essere considerato veramente sicuro.

Queste le conclusioni di uno studio compiuto da Symantec in cui è stato analizzato il trend di sicurezza dei principali browser in circolazione. Il gruppo afferma che negli ultimi anni Internet Explorer è rimasto si il prodotto più bersagliato (47% degli attacchi totali), ma ultimamente i cracker hanno inziato a prendere di mira anche i navigatori alternativi. Nei primi sei mesi dell'anno in corso sono state rilevate 47 debolezze per Firefox, contro le 38 di Internet Explorer.

Nemmeno Apple sembra del tutto al sicuro, con 12 falle rilevate per il proprio Safari.

In compenso il gruppo Mozilla sembra essere il più veloce nel rilasciare le patch, con una media di un solo giorno di attesa. A seguire Opera (due giorni di media), Apple (cinque) ed infine Microsoft (nove). D'altro canto però è comprensibile una maggior lentezza dei produttori più grossi, che devono comunque dedicare periodi di test più intensi per meglio adattarsi alle variegate situazioni dei clienti.

Va precisato che lo studio Symantec si limita a fare un computo delle diverse vulnerabilità, senza però metterle realmente in rapporto con il grado di pericolosità. In altre parole, una falla teorica, praticamente impossibile da sfruttare viene calcolata allo stesso modo di una debolezza che consente l'esecuzione di codice da remoto.

Il rapporto mostra anche altri dati preoccupanti. Il numero totale di problemi di sicurezza rilevato nei primi sei mesi del 2006 è pari a 2.249, il 18% in più rispetto all'ultimo semestre 2005: il 69% di essi interessa l'ambito web.

Interessante notare anche che la maggior parte del malware in circolazione risulti essere di tipo trojan horse (cinque su dieci). Lo scopo è quindi quello di sottrarre informazioni riservate, fra cui numeri di carte di credito e dati di accesso ai conti correnti on-line, a fini di frode.

Infine, preoccupante l'incremento di casi di phishing portati via e-mail (+81% rispetto ai sei mesi precedenti) e la quantità di spam, pari ormai al 54% delle e-mail totali.

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