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Che il P2P sia vittima di una campagna persecutoria dai toni maccartisti non è certo una novità (rif. RIAA denuncia altri 754 utenti di reti di file sharing). La notizia interessante delle scorse settimane è invece che assieme al P2P, nel mirino degli avvocati prezzolati e loro paganti clienti è finito quel vasto sottobosco di siti e portali che offrono accesso (il più delle volte gratuito) alle partiture e ai testi delle canzoni.
David Israelite, presidente della National Music Publisher's Association americana, ha aggiunto i suoi commenti alla vicenda. "L'uso non autorizzato dei testi e degli spartiti", sostiene, "depriva gli autori di canzoni della stessa possibilità di vivere, e non è differente dal rubare". "Gli editori di musica e gli autori (e loro rappresentanti, NdR) considereranno tutti gli strumenti concessi dalla legge per fermare questo comportamento illecito". Segnala ad un amico |
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