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Andare in galera per il testo di una canzone

02/01/2006
- A cura di
Archivio - O almeno è quello che i grossi publisher vorrebbero che accadesse per chi gestisce (e scarica) in rete archivi di testi e spartiti musicali..

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

01_-_Pirate.gifLe etichette discografiche e i proprietari dei diritti d'autore sono sul piede di guerra. Sempre più incapaci di adattare il loro business alle portentose possibilità di accesso e di fruizione dei contenuti in formato digitale offerte Internet odierna e dal Peer-to-Peer, questi signori si sono da tempo concentrati sulla "persecuzione legale" di chi condivide "illegalmente" materiale protetto da copyright.

Che il P2P sia vittima di una campagna persecutoria dai toni maccartisti non è certo una novità (rif. RIAA denuncia altri 754 utenti di reti di file sharing). La notizia interessante delle scorse settimane è invece che assieme al P2P, nel mirino degli avvocati prezzolati e loro paganti clienti è finito quel vasto sottobosco di siti e portali che offrono accesso (il più delle volte gratuito) alle partiture e ai testi delle canzoni.

02_-_Muzak.jpgLa Music Publishers Association (MPA), l'associazione degli editori dei testi e delle partiture musicali americana, ha in programma la prima campagna di azioni legali di detti soggetti per il 2006. Lauren Keiser, presidente di MPA, si è espresso con dure parole di condanna nei confronti di chi rende disponibile in rete materiale protetto dal diritto d'autore. A suo avviso, non solo i siti dovrebbero essere oscurati, ma occorrerebbe imporre balzelli sui download e addirittura mandare qualcuno "in galera", per un'azione di contrasto "più efficace" del fenomeno. In passato si era già assistito ad azioni contro siti web, ma questa sarà la prima campagna legale coordinata da MPA stessa.

David Israelite, presidente della National Music Publisher's Association americana, ha aggiunto i suoi commenti alla vicenda. "L'uso non autorizzato dei testi e degli spartiti", sostiene, "depriva gli autori di canzoni della stessa possibilità di vivere, e non è differente dal rubare". "Gli editori di musica e gli autori (e loro rappresentanti, NdR) considereranno tutti gli strumenti concessi dalla legge per fermare questo comportamento illecito".

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