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![]() TagCGMS-A e la chiusura del "buco analogico"Per anni l'Industria cinematografica americana ha risposto alle dure critiche sugli effetti delle restrizioni DRM sul principio del fair use, sostenendo che all'utente era sempre concesso usare canali di output analogici per creare una copia (possibilmente di qualità inferiore) di lavori protetti dai diritti d'autore da riutilizzare per applicazioni che fossero in accordo con la suddetta dottrina. Stante questa possibilità, hanno detto gli Studios, la copia privata non viene eliminata del tutto dalle DRM. Priorità numero uno: chiudere il "buco"!
Le intenzioni dei produttori cinematografici sono quelle di cercare la collaborazione delle grosse aziende informatiche a sostegno di questa loro opera di stigmatizzazione, nella speranza che queste, anche se non sussistono obblighi legali per farlo, si muovano nella direzione di implementare misure restrittive sull'utilizzo di standard e tecnologie aperte. Nemmeno il contestatissimo Digital Millennium Copyright Act, infatti, sostiene che le tecnologie che hanno a che fare con formati aperti e non cifrati debbano essere regolamentate dalle stesse restrizioni vigenti sul materiale protetto. Hollywood quindi non ha scelta, deve spingere, con tutti i mezzi a sua disposizione, i Player che guidano il mercato informatico a chiudere quel maledetto buco analogico. Le Major chiamano, Microsoft risponde...
CGMS-A è un sistema di protezione dei contenuti trasmessi attraverso le più svariate fonti analogiche (TV, trasmissioni via cavo, satellite, ...) che permette a chi emette il segnale di specificare se e in che misura il contenuto è duplicabile. Il sistema codifica una coppia di bit di controllo nel VBI del segnale analogico del video, con lo scopo di indicare uno dei seguenti vincoli:
L'informazione di controllo trasportata dal segnale è preservata quando il segnale viene riversato e rivisualizzato su schermo da un registratore analogico (come il videoregistratore VHS, ad esempio), che ovviamente non è in grado di interpretare il significato specifico dei bit della protezione. Qualora l'utente provasse a riversare il medesimo segnale su un dispositivo digitale capace di "leggere" CGMS-A, invece, le restrizioni potrebbero far sentire tutto il loro effetto. Il DMCA americano specifica che non è obbligatorio implementare CGMS-A in ogni caso e su ogni periferica, quindi progettare sistemi compatibili è un favore fatto alle Major, non un obbligo di legge. E pare proprio che Microsoft sia fermamente intenzionata a farglielo, questo favore, non si sa bene in cambio di cosa o di quale concessione...
Naturalmente, l'interpretazione dei bit di CGMS-A necessita di hardware progettato e realizzato in modo specifico, e c'è da scommettere che Microsoft farà di tutto, ad esempio attraverso il sistema dei logo di certificazione della piena compatibilità con Windows, affinché i nuovi prodotti hardware e software siano compatibili con PBDA. Una simile politica tenderà ad emarginare i prodotti capaci di ignorare le restrizioni CGMS-A, visto che è estremamente difficile, sostengono i produttori di periferiche, realizzare profitti nel mercato del multimedia su piattaforme Windows senza partecipare ai programmi di compatibilità e di certificazione del Big di Redmond. Con tutte le evidenze del caso, Microsoft si appresta a ricreare un mercato in cui i prodotti permetteranno agli utenti di utilizzare i contenuti multimediali nei modi permessi dalla legge sul copyright o, per meglio dire, nei modi che i produttori e le grandi Etichette (una volta le si chiamava Multinazionali dell'Intrattenimento) maggiormente prediligono... Questo è solo l'inizio...
Palladium rappresenta, a memoria d'uomo, il tentativo più compiuto e strutturato di rendere concreta la volontà di dominio e di controllo da parte dei Potenti dei tempi moderni su tutto ciò che passa sui nostri sistemi informatici e nelle nostre vite digitali, una "estensione" dell'esistenza sempre più presente e diffusa. È bene averlo sempre in mente: al centro del Progetto Palladium non c'è l'utente, ma l'industria. La libertà di scelta e di fruizione, la capacità dell'homo informaticus di discernere col proprio autonomo intelletto le conseguenze delle proprie scelte, se utilizzare il P2P per scaricare un DivX o acquistare un DVD originale, è una variabile non più necessaria nell'equazione perfettamente bilanciata del mondo asettico controllato dalla "gabbia" teoricamente infrangibile delle autenticazioni da remoto, le periferiche certificate, i flussi audiovisivi cifrati e codificati con una licenza su cui non abbiamo il benché minimo controllo. E purtroppo, come recentemente appreso (vedi C'è Palladium dentro i futuri Mac?), non esiste alternativa che tenga: nel Gruppo ci stanno tutti, e tutti partecipano alla realizzazione del Trusted Computing. Il recente switch di Apple che ha deciso di adoperare processori Intel per le sue nuove macchine rende l'amalgama ancora più facile e agevole. Il Trusted Computing ci promette un'informatica sicura, priva di falle e a prova di virus, worm e malefatte di hacker desiderosi di "zombificare" il nostro PC in rete per poterlo utilizzare in attacchi coordinati a nostra totale insaputa. La storia dell'informatica insegna che un sistema di protezione infallibile ancora non esiste, e quel che finora si può vedere e giudicare di Palladium è che di certo esso renderà il PC un'entità a se, totalmente distante dai nostri voleri e dai nostri desideri: sarà come avere un alieno in casa. Se poi un PC "trusted" sia ANCHE un PC sicuro, beh... è una cosa ancora tutta da vedere... ![]() Protected Media Path Segnala ad un amico |
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