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![]() Timothy J. Berners-Lee, direttore del World Wide Web Consortium e ricercatore al MIT, non è un cervellone come tanti: considerato uno dei 100 maggiori geni viventi, il tecnologo è l'uomo a cui si deve l'ideazione e la realizzazione del Web, la cui natura ipertestuale lo ha trasformato, da quello che una volta era solo uno dei tanti protocolli disponibili su Internet, nel mezzo di comunicazione più rivoluzionario che l'umanità abbia mai conosciuto. Implementata per la prima volta nel 1990 al CERN di Ginevra - lo stesso posto in cui potrebbe presto generarsi l'Apocalisse al gusto di astrofisica andata a male - la tecnologia di comunicazione client-server su protocollo HTTP ha festeggiato nei giorni scorsi il quindicesimo anniversario dalla distribuzione al pubblico. Il Web, nelle ipotesi originarie, sarebbe potuto infatti essere un servizio a pagamento o implementare un sistema di royalty come il vetusto Gopher, protocollo concorrente basato anch'esso su link ipertestuali tra i documenti presenti sul network. Ma Berners-Lee e Robert Cailliau riuscirono a convincere il management del CERN dell'importanza dell'invenzione, preservando in tal modo la gratuità e l'accessibilità universale dello standard HTTP. Dopo quindici anni di progressi e rivoluzioni senza freni, Sir. Berners-Lee preconizza un futuro in cui il Web renderà disponibili "tutte le informazioni presenti nel mondo" al tocco delle dita di ogni singolo utente o netizen che dir si voglia. Il tecnologo sostiene la natura fondamentalmente positiva della sua invenzione, nonostante essa sia impiegata per fare anche del male o per alimentare attività illecite. "L'esperienza dello sviluppo del web da parte di così tante persone in giro per il mondo è stata semplicemente fantastica" dice Berners-Lee, che conferma poi come "l'esperienza della collaborazione internazionale" continui. Ieri come oggi, le possibilità insite nel World Wide Web e lo spirito su cui esso viene costruito sono tali che "abbiamo solo cominciato a esplorarle". Nuovi sistemi di aggregazione, collaborazione e comunicazione, nuovi canali di "social networking" - secondo una vulgata sin troppo abusata in epoca di "Web 2.0" - sono le premesse per un vero e proprio "nuovo sistema di governo" mondiale, sostiene l'esperto. "La mia speranza - conclude Berners-Lee - è che tutto questo produrrà... nuovi modi di lavorare insieme efficacemente e onestamente che potremo usare globalmente per auto-governarci come pianeta". Segnala ad un amico |
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