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Si estingue il DRM dei CD-Audio

25/01/2007
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Archivio - L'ultima etichetta che lo utilizzava per le proprie produzioni ha annunciato di averlo definitivamente abbandonato. Nel frattempo in rete si moltiplicano le iniziative di distribuzione di brani musicali DRM-free...

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Billboard, la rivista internazionale dell'industria musicale, ha annunciato la decisione di EMI Music Group di abbandonare l'impiego di tecnologie di protezione anticopia per i propri CD-Audio. La notizia ha una portata storica: EMI era l'unica etichetta discografica ad utilizzare ancora, nel tempo dello scandalo rootkit di Sony, DRM sui compact disc musicali. Il fatto che la major abbia definitivamente abbandonato questa consuetudine segna praticamente la fine delle protezioni dei CD-Audio.

Come motivazione della decisione, ovviamente, la constatazione di un dato di fatto che l'industria si è sempre rifiutata di accettare analiticamente: le DRM, piuttosto che contrastare efficacemente la pirateria musicale, inibiscono tutti quegli utilizzi legittimi dei supporti regolarmente acquistati, sono foriere di incompatibilità talvolta clamorose con i lettori di CD e più in generale causano solo grattacapi aggiuntivi ai consumatori, non facendo assolutamente nulla per bloccare la proliferazione di contenuti illegittimi.

01_-_DRM_is_killing_music.gifUna debacle totale: dopo l'allarme sui rischi concreti dell'impossibilità di trasmettere ai posteri la conoscenza lanciato British Library e le discussioni costanti sulla loro sostanziale inutilità, ora anche l'industria, che ne è da sempre promotrice, prende atto della realtà dei fatti e si accorge (troppo tardi, sempre troppo tardi a nostro avviso) dei danni finora causati dalle tecnologie di protezione e di restrizione di utilizzo dei contenuti in formato digitale.

Billboard annuncia inoltre che la stessa Macrovision, azienda particolarmente attiva nel mercato delle protezioni, ha parimenti cessato gli sviluppi sulla protezione per CD-Audio TotalPlay/Cactus Data Shield. Per quanto le notizie date da Billboard (l'organo di informazione ufficiale dell'industria) siano di una certa rilevanza, esse non stupiscono più di tanto: le major sono oramai convinte che il tradizionale modello di business basato sui CD sia anch'esso sulla via dell'estinzione, ed è quindi controproducente rendere di difficile utilizzo un media che di per se non se la passa poi tanto bene...

Quel che è certo è che per ora le DRM, nonostante le stesse ammissioni di inefficacia di EMI & compagnia, continuano ad essere largamente adoperate per il sempre più "pesante" mercato dei contenuti digitali venduti in rete. Anche in questo caso, comunque, si cominciano a intravedere possibili vie alternative e si registrano distinguo dei singoli provider/produttori: ricordando ancora una volta il caso di eMusic, store di MP3 DRM-free di successo, è di questi giorni l'annuncio da parte di Virgin France di voler mettere in commercio, attraverso lo store VirginMega.fr, qualcosa come 200.000 MP3 ad alto bitrate, ovviamente senza un goccio di DRM dentro.

E se Microsoft da segni contraddittori da questo punto di vista, non possiamo non notare come il fronte anti-utente, rappresentato dalle restrizioni fortemente volute dai produttori e supinamente realizzate dalle società di informatica, si sfaldi lentamente ma inesorabilmente, lasciando intravedere un futuro in cui potrebbe certo esserci qualcosa come NG-SCB/Palladium, ma magari anche un ambiente diverso, meno paranoico nei confronti dei possibili utilizzi dei contenuti e delle tecnologie da parte degli utenti/consumatori.

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