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![]() Della serie di quelle cose che non ti aspetti: uno dei componenti più importanti della compagine governativa recentemente licenziata dagli italiani, che ha partecipato al governo che ha dato vita alla restrittiva e incresciosa Legge Urbani, dichiara candidamente di essere abituale utilizzatore del file sharing per le sue necessità musicali. Un'anticipazione circolata in rete dell'intervista contenuta nel prossimo numero del magazine Vanity Fair all'ex ministro del welfare Roberto Maroni, esponente di primo piano Lega Nord, riporta infatti: "Scarico illegalmente musica da Internet. Mi autodenuncio, così il caso finisce finalmente in Parlamento".
Dai toni diversi ma dai contenuti assimilabili le dichiarazioni fatte poi registrare da Francesco Caruso, deputato di Rifondazione Comunista, che sostiene come "... I pescecani delle multinazionali hanno fatto della musica una merce, ma si mettano l'animo in pace: il copyright se lo possono dimenticare. È impossibile impedire il file sharing. Io scarico dai new melodici napoletani alla musica punk". Secondo Maroni, l'unica soluzione possibile è un'iniziativa comune tra i grossi nomi dell'industria musicale e le comunità della rete e del file sharing: l'obiettivo principale deve essere regolarizzare il Peer-to-Peer, passando dalla repressione, inutile, alla collaborazione attiva dei due mondi. Parole in fondo di buon senso, visto che, come abbiamo già avuto modo di dire centinaia di volte e non ci stancheremo di sottolineare in futuro, le nuove tecnologie di sharing sono perseguite legalmente ma vittoriose nei fatti.
Naturalmente furibondi gli esponenti delle associazioni di categoria: Federico Motta, presidente dell'Associazione Italiana Editori, lamenta l'atteggiamento permissivo nei confronti di una pratica illegale da parte di importanti esponenti politici. Senza il rispetto del diritto d'autore, sostiene, non esiste neanche la produzione delle opere d'ingegno, che si basa proprio sui ricavi economici del copyright. Enzo Mazza, presidente della FIMI (Federazione dell'Industria Musicale Italiana), sottolinea come sul web esistano soluzioni alternative e assolutamente legali per il download di contenuti musicali, con il mercato di contenuti digitali cresciuto in un anno del 102% (misurazioni relative al primo semestre del 2006). Di certo, l'ex ministro Maroni ha avuto il merito di far nascere un caso: conoscendo la sconcertante capacità di insabbiamento della politica nostrana non riponiamo molta fiducia in merito alla cosa, ma speriamo che le dichiarazioni di Maroni possano essere la scintilla di un'iniziativa politica che, finalmente, faccia chiarezza nel settore e legalizzi il libero scambio tra privato e privato, garantendo nel contempo un'adeguata remunerazione alle case discografiche in sostituzione delle presunte perdite di utili causate dal file sharing. Segnala ad un amico |
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