Punto informatico Network
Sound, suono, suoni, audio, note, musica

Universal: musica senza DRM si, ma con la filigrana

29/08/2007
- A cura di
Archivio - Emergono nuovi particolari sul programma sperimentale di musica "liberata" dalle restrizioni alla copia messo in atto dall'etichetta: pare che i brani conterranno un'impronta digitale che ne permetterà la rintracciabilità. Preoccupati gli utenti per un possibile controllo sulle reti di file sharing.

Tag

Passa qui con il mouse e visualizza le istruzioni per utilizzare i tag!

musica (1) , drm (1) , universal (1) , filigrana (1) .

Valutazione

  •  
Voto complessivo 5 calcolato su 273 voti
Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Proprio non ce la fa, questa benedetta industria del disco, a liberarsi dalle vecchie logiche di mercato per abbracciare le potenzialità dei nuovi canali di distribuzione scaturiti dalla condivisione dei contenuti digitali: Universal Music Group, la più grossa major della musica che ha recentemente annunciato di voler sperimentare la vendita di musica senza restrizioni DRM, vuol comunque mantenere un minimo di controllo sui propri contenuti, inserendovi delle impronte digitali grazie alle quali riconoscere quali dei file in circolazione sono di sua proprietà.

Il watermarking (letteralmente "filigrana") avrà ad ogni modo il compito di tracciare i brani ma non gli utenti: un ulteriore livello di controllo avrebbe obbligato gli store partecipanti al programma pilota (Wal-Mart, Amazon e altri) ad accollarsi obblighi probabilmente troppo onerosi per un semplice periodo di test di sei mesi. I brani conterranno dunque "forme" sonore inascoltabili mischiate al normale flusso audio, ognuna delle quali sarà unica da traccia a traccia, ma nessuna di esse porterà con se informazioni quali l'acquirente del file e lo store impiegato, stando almeno a quanto sostiene Universal.

Stiano dunque tranquilli gli appassionati di condivisione e file sharing: i brani di UMG non potranno in alcun modo fungere da autodenuncia involontaria per i pirati musicali incalliti e impenitenti. Ma allora a che pro? Pare che la major sia interessata a verificare quali brani distribuiti on-line vengano poi diffusi sui circuiti non autorizzati, ottenendo in tal modo una sorta di termometro dell'effettivo livello di pirateria che colpisce i suoi prodotti.

01_-_Pirata_a_chi..... jpg

Purtroppo per Universal, come ho sempre sostenuto, gli alti dirigenti dell'industria bruciano i loro stipendi multi-milionari in droghe pesanti che ne distruggono le cellule cerebrali: non si può spiegare in altro modo la dabbenaggine dell'inserimento di una filigrana univoca in semplici file multimediali liberamente distribuibili e replicabili, che non possono indicare alcunché oltre la stupidità intrinseca degli executive e la sicura condanna all'estinzione di certi modelli di business passati fortunatamente già di moda.

Come giustamente nota anche ars technica, basta un singolo "leak", la fuoriuscita di un solo brano filigranato sul P2P perché tale file proliferi in migliaia di copie identiche: a quel punto non farebbe alcuna differenza quanti abbiano acquistato il brano interessato e quanti no, poiché se basta un solo file per la proliferazione senza freni sui circuiti pirata che importanza può avere se a comprare il brano sono stati in 10, 100 o 1.000 consumatori? Nessuna appunto, e i presunti numeri sulla circolazione illecita di contenuti protetti sarebbero viziati alla base dalla loro inconsistenza e insensatezza.

A parere di chi scrive, più che la volontà di "monitorare" l'attività di rete c'è in Universal una vera e propria fifa boia, o per meglio dire un'incapacità cronica a ragionare in termini di evoluzione e adattamento alle mutate condizioni del mercato multimediale: le DRM sono un fallimento e su questo non ci piove, ma abbandonarle per entrare nel pieno del marasma di bit "senza autorizzazione" che viaggiano in rete caotici ed inafferrabili pretendendo nel contempo di poter ancora mantenere il controllo ha tutti i crismi per essere definito un comportamento illogico e irrazionale. O in una parola più semplice: stupido.

Iscriviti gratuitamente alla newsletter, e ti segnaleremo settimanalmente tutti i nuovi contenuti pubblicati su MegaLab.it!

 

Segnala ad un amico

Tuo nome Tuo indirizzo e-mail (opzionale)
Invia a:
    Aggiungi indirizzo email
    Testo

    © Copyright 2024 BlazeMedia srl - P. IVA 14742231005

    • Gen. pagina: 0.27 sec.
    •  | Utenti conn.: 104
    •  | Revisione 2.0.1
    •  | Numero query: 44
    •  | Tempo totale query: 0.06