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La morte di Facebook è dietro l'angolo? Forse

21/05/2010
- A cura di
Internet - Per molti, la tutela della privacy adottata da Facebook per i dati degli iscritti non è accettabile. Si prepara dunque la giornata in cui tutti gli aderenti ad un movimento di protesta abbandoneranno la piattaforma per unirsi, poco più avanti, a servizi basati su modelli differenti: un nuovo progetto, Diaspora, è sotto la luce dei riflettori.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Nel lontano 2004 Facebook non era altro che un piccolo club privato costituito da universitari statunitensi. Lentamente poi, la piattaforma è cresciuta fino a divenire la rete sociale conosciuta oggi in tutto il mondo ed usata da oltre 400 milioni di persone.

Negli ultimi mesi, il colosso ha dovuto fronteggiare problemi tecnici di vario genere e, con il passare del tempo, il servizio è stato più volte costretto a rivedere la propria politica inerente la privacy degli utenti; tanto che, ad oggi, il numero delle parole che costituiscono la relativa normativa ha superato la quantità di quelle che compongono la costituzione americana.

Più che per la debole protezione dei dati degli iscritti, sì è (finalmente) venuto a creare un malcontento generale in rete per il modo in cui Facebook gestisce internamente tali informazioni. In particolare, il fondatore e i partner dell'azienda hanno libero accesso alle stesse, e possono sfruttarle a proprio vantaggio.

"Per noi si riduce a due cose: scelte eque e buone intenzioni. Secondo noi, Facebook non svolge un buon lavoro in entrambi gli ambiti." È questo che recita la pagina ufficiale del Quit Facebook Day, un progetto che propone l'eliminazione del proprio account Facebook il prossimo 31 Maggio.

Promotori di questa ideologia si sono fatti quattro ragazzi di New York, Ilya Zhitomirskiy, Dan Grippi, Max Salzberg, e Raphael Sofaer, secondo i quali Facebook non rappresenta più un luogo sicuro in cui scambiare e condividere le proprie informazioni personali.

I proponenti hanno così pensato di lanciare un'alternativa che, per come è stata posta, promette particolarmente bene. Si tratta di Diaspora, un social network aperto (e dunque open source), potenzialmente in grado di rimpiazzare Facebook e scalzarlo dalla sua alta posizione di dominio.

Ampiamente finanziati da varie aziende di tutto il mondo, i promettenti giovani assicurano di essere pronti a dare vita ad una piattaforma avanzata sullo stampo delle reti sociali già esistenti, ma con un occhio di riguardo per la privacy. Sarà un servizio rilasciato sotto licenza AGPL, cosìcchè gli interessati possano visionare il codice sorgente e rendersi conto della bontà dell'applicativo.

La tabella di marcia proposta è ambiziosa ma comunque attuabile: lo sviluppo avrà luogo durante i 3 mesi centrali dell'estate, e per Settembre, a meno di improvvisi imprevisti, tutto dovrebbe essere pronto per la presentazione pubblica.

Maggiori informazioni sul progetto possono essere reperite sul sito ufficiale.

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