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Gigabyte fantasma, anche Creative dovrà pagare

14/05/2008
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Archivio - La produttrice di schede sonore e lettori multimediali è la seconda grossa società a essere punita per la pubblicità capziosa riguardante le dimensioni di storage dei suoi prodotti.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Creative_Zen_Stone.jpgSeagate ha aperto le danze, ora è venuto il turno di Creative: portata in tribunale negli States a seguito di una class action, la società è scesa a patti con l'accusa che denunciava la mancata corrispondenza tra lo spazio dichiarato per i suoi player MP3 e quello realmente disponibile. Ancora una volta, dunque, lo spettro delle false convenzioni nella misura della capacità di dischi fissi e memorie flash viene punito dalla giustizia a stelle e strisce.

L'accordo prevede la possibilità, per qualsiasi consumatore statunitense che avesse acquistato un lettore marcato Creative dal 5 maggio 2001 al 30 aprile 2008, di chiedere un risarcimento per ogni dispositivo facendone domanda entro il prossimo 7 agosto, e di godere inoltre del 50% di sconto su un nuovo player da 1 Gigabyte o del 20% di sconto su un qualsiasi prodotto commercializzato sullo store della società.

I querelanti, ha stabilito il giudice, hanno poi diritto a 5.000 dollari di risarcimento ciascuno oltre al pagamento delle spese legali complessive equivalenti a 900.000 dollari. Tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito web CreativeHDDMP3Settlement. Creative, dal canto suo, per quanto si sia accordata continua a dichiararsi innocente dalle accuse ascrittele e a negare "che qualcuno sia stato danneggiato o meriti un risarcimento" in seguito alla condotta aziendale.

Prima gli hard disk, poi i lettori MP3, il messaggio dato dalla giustizia USA all'industria appare ad ogni modo cristallino: è finita l'epoca delle dimensioni gonfiate, le società devono attenersi a pratica di trasparenza e indicare, in maniera chiara e inequivocabile, quali sono le reali dimensioni - in Gigabyte o magari nell'unità di misura più corretta, i Gibibyte - dei dispositivi di memorizzazione di massa commercializzati.

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