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È di IBM CPU più veloce al mondo

18/04/2008
- A cura di
Archivio - La corsa ai Megahertz sarà pure finita, ma il colosso dell'elettronica statunitense dimostra di non aver dimenticato il vecchio metro di giudizio dei microprocessori e lo sfrutta ancora una volta per promuovere le qualità del suo nuovo nato.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Prima dell'avvento sul mercato delle tecnologie multi-core, il parametro più importante per confrontare due diversi processori è sempre stato dato dalla velocità di esecuzione delle istruzioni, espressa indicativamente nel numero di istruzioni al secondo che quella particolare CPU era in grado di processare. Con l'avvicinarsi dei limiti fisici della struttura atomica del silicio, però, la corsa ai Gigahertz ha lasciato il posto a nuovi approcci all'ottimizzazione dei processi di computing, inclusa appunto l'implementazione di più core logici all'interno di una stessa unità elaborativa, tecniche di previsione di salto per l'esecuzione non lineare delle istruzioni e via di questo passo.

IBM_Power6.jpgPioniere di questa nuova tendenza informatica sono state Intel e AMD, con la prima in particolare che offre attualmente la piattaforma migliore grazie alla tecnologia Core 2 Duo e Quad. Intel è in procinto di confermare la propria leadership nella seconda metà dell'anno, con la presentazione del nuovo step evolutivo della tecnologia Core conosciuto con il nome in codice di Nehalem, grazie al quale il chipmaker di Santa Clara farà sfoggio delle proprie CPU sviluppate a partire da un processo produttivo a 45 nanometri.

Stando così le cose, oggigiorno parrebbe avere ben poco senso parlare di processore più veloce limitandosi alla semplice frequenza di clock data dal valore in Megahertz. IBM, al contrario, crede che il "messaggio" di velocità veicolato dal suddetto valore sia ancora valido da un punto di vista promozionale, ed è per questo che ha deciso di commercializzare il suo nuovo Power6 - facente parte della ben nota piattaforma PowerPC - come il processore con cui si è raggiunta la soglia dei 5 Gigahertz di frequenza complessiva stabile.

Le CPU di IBM sono dunque in grado di processare 5 miliardi di istruzioni al secondo, e se Intel si è attualmente accaparrata il titolo di sviluppatrice del primo processore con 2 miliardi di transistor on-die, il colosso statunitense reclama per la sua CPU la qualifica simbolica di "processore più veloce al mondo". Power6 è una CPU dual-core stampata con processo produttivo a 65 nanometri, ed è l'ultima esponente in ordine di tempo di quella stessa tecnologia già integrata in dispositivi consumer di notevole successo come le console videoludiche Microsoft Xbox 360 e Nintendo Wii.

La prima tornata di processori a 5 GHz viene fornita per applicazioni ad alta intensità elaborativa, inclusi i server delle grosse aziende e i sistemi predisposti a macinare calcoli nell'ambito delle ricerche scientifiche. Per mantenere stabili frequenze di funzionamento così elevate, Power6 fa affidamento su sistemi di raffreddamento a liquido, contro la possibilità di impiegare una CPU Intel quad-core a 3,73 GHz senza la necessità di meccanismi di dissipazione del calore così elaborati.

Un fatto naturalmente sottolineato anche da George Alfs, portavoce di Intel che riferisce come grazie all'impiego di kit di riduzione del calore a liquido gli appassionati di overclock abbiano già portato i processori della società oltre la fatidica soglia dei 5 Gigahertz di funzionamento. Stabilito il punto, a IBM rimane comunque il merito - per quello che può valere - di aver conquistato le cronache rispolverando un vecchio tormentone pubblicitario che lascia un po' il tempo che trova.

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