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![]() Prima dell'avvento sul mercato delle tecnologie multi-core, il parametro più importante per confrontare due diversi processori è sempre stato dato dalla velocità di esecuzione delle istruzioni, espressa indicativamente nel numero di istruzioni al secondo che quella particolare CPU era in grado di processare. Con l'avvicinarsi dei limiti fisici della struttura atomica del silicio, però, la corsa ai Gigahertz ha lasciato il posto a nuovi approcci all'ottimizzazione dei processi di computing, inclusa appunto l'implementazione di più core logici all'interno di una stessa unità elaborativa, tecniche di previsione di salto per l'esecuzione non lineare delle istruzioni e via di questo passo.
Stando così le cose, oggigiorno parrebbe avere ben poco senso parlare di processore più veloce limitandosi alla semplice frequenza di clock data dal valore in Megahertz. IBM, al contrario, crede che il "messaggio" di velocità veicolato dal suddetto valore sia ancora valido da un punto di vista promozionale, ed è per questo che ha deciso di commercializzare il suo nuovo Power6 - facente parte della ben nota piattaforma PowerPC - come il processore con cui si è raggiunta la soglia dei 5 Gigahertz di frequenza complessiva stabile. Le CPU di IBM sono dunque in grado di processare 5 miliardi di istruzioni al secondo, e se Intel si è attualmente accaparrata il titolo di sviluppatrice del primo processore con 2 miliardi di transistor on-die, il colosso statunitense reclama per la sua CPU la qualifica simbolica di "processore più veloce al mondo". Power6 è una CPU dual-core stampata con processo produttivo a 65 nanometri, ed è l'ultima esponente in ordine di tempo di quella stessa tecnologia già integrata in dispositivi consumer di notevole successo come le console videoludiche Microsoft Xbox 360 e Nintendo Wii. La prima tornata di processori a 5 GHz viene fornita per applicazioni ad alta intensità elaborativa, inclusi i server delle grosse aziende e i sistemi predisposti a macinare calcoli nell'ambito delle ricerche scientifiche. Per mantenere stabili frequenze di funzionamento così elevate, Power6 fa affidamento su sistemi di raffreddamento a liquido, contro la possibilità di impiegare una CPU Intel quad-core a 3,73 GHz senza la necessità di meccanismi di dissipazione del calore così elaborati. Un fatto naturalmente sottolineato anche da George Alfs, portavoce di Intel che riferisce come grazie all'impiego di kit di riduzione del calore a liquido gli appassionati di overclock abbiano già portato i processori della società oltre la fatidica soglia dei 5 Gigahertz di funzionamento. Stabilito il punto, a IBM rimane comunque il merito - per quello che può valere - di aver conquistato le cronache rispolverando un vecchio tormentone pubblicitario che lascia un po' il tempo che trova. Segnala ad un amico |
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