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I Fantasmi dei Nine Inch Nails conquistano la rete

21/03/2008
- A cura di
Archivio - La distribuzione digitale del nuovo album dei NIN è stata un successo: Reznor parla di guadagni nell'ordine di milioni di dollari in una sola settimana e pensa a estendere il progetto su YouTube. I Radiohead? Il loro è stato un esperimento "ipocrita", dice l'artista.

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"Ghosts I-IV" dei Nine Inch Nails rappresenta uno spartiacque nel mercato musicale per vari motivi: l'album strumentale in quattro parti, distribuito dalla band senza etichetta attraverso il sito web ufficiale e il file sharing su rete Bittorrent, è il primo lavoro di alto profilo di cui si abbia notizia a sposare la filosofia Creative Commons, aperta al riutilizzo e alla copia libera purché rimanga sempre chiara la paternità dell'opera (rif. I Nine Inch Nails su The Pirate Bay. Ufficialmente).

Trent Reznor, la mente dietro i NIN, si è limitato ad annunciare l'uscita dell'album sul sito della band. Senza il minimo sforzo promozionale, privato delle spese folli della grancassa delle major del disco e del bombardamento ossessivo-compulsivo dei fan da parte dei media generalisti, Ghosts I-IV è riuscito nondimeno a sfondare: il Chicago Tribune riporta che secondo le cifre riferite da Reznor, nella sola prima settimana di vendita l'album ha fatto guadagnare alla band 1,6 milioni di dollari.

Tra download gratuiti e a pagamento e ordini di copie fisiche su CD, l'artista dice di aver collezionato qualcosa come 781.917 transazioni sul sito dei NIN. Una cifra che non può includere il prevedibilmente sostenuto traffico dell'album sul P2P, ma che da l'idea dell'incredibile successo dell'iniziativa considerando che ogni singolo penny di guadagno è finito dritto in tasca ai NIN e a nessun altro.

Dopo alcune sperimentazioni infruttuose con il digital delivery, Reznor sembra aver trovato la giusta formula per promuovere il proprio lavoro e contemporaneamente guadagnarci sopra il dovuto. Confortato dai numeri, l'artista più eclettico e sperimentale degli ultimi tempi ha deciso di espandere ulteriormente il progetto Ghosts, questa volta dal punto di vista visivo. I NIN hanno deciso di istituire una sorta di "film festival" sul loro canale ufficiale di YouTube, che andrà da qui a un paio di mesi a ospitare i video creati dagli utenti come ideale accompagnamento visivo delle 36 tracce strumentali dell'album.

NIN_in_concert.jpg

Nessun premio particolare in palio, ma solo la volontà da parte dei NIN di esplorare ulteriormente le possibili convergenze tra artisti e fan rese possibili dai mezzi espressivi e collaborativi della moderna rete telematica mondiale. L'idea è quella di selezionare i contenuti "eccezionali" e trasferirli nell'esperienza ufficiale di Ghosts, magari come accompagnamento delle performance live della band, nella trasmissione di speciali televisivi e via di questo passo.

Reznor è insomma sempre più convinto dell'importanza Rete come veicolo e mezzo di autopromozione degli autori musicali, e certamente bisogna dargli atto del fatto che sta rivelandosi essere un vero e proprio calderone di idee da quando non ha più un contratto con Universal. Il frontman dei NIN trova anche il tempo di togliersi un sassolino dalla scarpa riguardo i Radiohead e la loro "rivoluzione" della distribuzione di In Rainbows (rif. Radiohead: un download ci salverà).

Per Reznor la band inglese si è comportata in maniera "ipocrita" visto che l'album è stato distribuito sotto forma di brani MP3 di media qualità, e la distribuzione digitale è durata molto poco per lasciare poi spazio a una più tradizionale vendita sotto forma di CD fisici con regolare contratto con una etichetta discografica - sebbene indipendente. I Radiohead si sarebbero insomma serviti di Internet come strumento promozionale, proseguendo poi secondo i ben rodati binari del biz musicale.

"Non c'è nulla di male in questo - dice ancora Reznor - ma io non ci vedo quella grossa rivoluzione per cui stanno ottenendo tanto credito". I Radiohead non avrebbero trattato con il dovuto rispetto i fan, fregandosene di "dettagli" come l'artwork del disco e la qualità dei brani. "Una cosa del genere per me è ipocrita - sentenzia Reznor - Il tutto fa affidamento sul fatto che è stato citato come'la prima voltà, e per tale viene spacciata nei titoli che ne parlano".

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