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Hollywood? È in ottima salute. La minaccia del P2P? Non pervenuta19/03/2008 - A cura di
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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Quando Hollywod fa le cose, le fa in grande. Anche quando racconta palle lo fa altrettanto grandiosamente: sono anni che il business del cinema ferisce le orecchie di noialtri con la manfrina dei cattivi pirati del P2P, degli affamatori di artisti, registi e comparse e del pericolo mortale costituito da quel coacervo di malvagità e illegalità che da sempre cova in seno a Internet, il web e le reti di file sharing. E invece qual è l'ultima novità che viene dalla famosa collina con le letterone di cartapesta? Che l'industria del cinema, in tutto l'arco del 2007, non ha fatto altro che andare avanti. Proprio così: mentre MPAA e gli altri bracci armati delle major spargevano fiele e denunciavano una sfortunata ancorché infima minoranza di utenti condivisori, le etichette incassavano dollaroni incuranti della feroce propaganda messa in atto dalle proprie organizzazioni di rappresentanza. Ad ammetterlo, con un candore che può stupire, sconcertare o far ribollire il sangue di rabbia a seconda dei casi, è il gran capo di MPAA Dan Glickman, che alla convention ShoWest in quel di Las Vegas parla di "un nuovo picco della montagna" in riferimento alle vendite complessive della distribuzione cinematografica negli States e nel mondo. "Abbiamo avuto una crescita di circa il 5% sia nel box office domestico che in quello internazionale - osserva compiaciuto Glickman - e incassi da record storici su entrambe i fronti che ci ricordano ancora una volta come le buone storie ben raccontate trovano sempre un posto nei nostri cuori, nelle nostre vite e nei nostri cinema". MPAA, l'organizzazione che fa il paio con la MAFIAA non ha difficoltà a comunicare i dati particolarmente positivi del raccolto annuale nelle sale, e questa volta non c'è voluto nemmeno un rapporto da insider per portare alla luce la verità dei fatti, ovvero che il P2P non è il male in terra e che il peggior nemico dell'industria dei contenuti è la sua stessa incapacità di dare alla luce prodotti di qualità con la dovuta costanza. Secondo quanto riferito da Glickman, gli incassi del 2007 provenienti dalle pellicole trasmesse in sala ammontano a 9,63 miliardi di dollari negli USA e a 26,7 milioni nel mondo, con un incremento del giro di affari dal 2006 rispettivamente del 5,4% e del 4,9%. Il numero totale di biglietti emessi per le sale cinematografiche negli States ha raggiunto la cifra di 1,4 miliardi, e questo nonostante la rozza propaganda della stessa MPAA che addossa al P2P la responsabilità di aver allontanato gli spettatori dal grande schermo. Glickman non sarà forse disposto ad ammetterlo da sveglio, ma i dati rappresentano l'ennesima, clamorosa conferma del fatto che l'industria mente sapendo di mentire quando parla di P2P e condivisione di audiovisivi, e sarebbe forse ora di smetterla di "scartavetrare i cosiddetti" ai potenziali consumatori additandoli come pirati-assassini-truffatori-ladri-affamatori di artisti registi e comparse. Il tutto a prescindere, come direbbe il Principe De Curtis. Segnala ad un amico |
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