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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Si è fatta un po' attendere la presa di posizione dell'industria nei confronti dei rip ad alta definizione da HD DVD e Blu-ray, ma alla fine una risposta è arrivata: è tutto falso, dice il consorzio dietro AACS, la tecnologia di protezione già sentenziata come fallimentare in tempi non sospetti e caduta sotto i colpi di un semplice attacco plain text dell'hacker Muslix64 in realtà è ancora capace di offrire tutta la protezione che i produttori possono volere. Negare la realtà dei fatti è dunque la via scelta dall'industria per combattere l'underground che corre veloce, più veloce di legulei e ingegneri assoldati per produrre DRM limitanti per gli utenti, ma sempre più inutili nel contrastare la pirateria: secondo la discutibile versione delle aziende, Muslix64 ha avuto la fortuna di incappare in player software mal programmati che, gestendo le chiavi identificative dei titoli (le cosiddette Volume Key) in chiaro nella memoria di sistema, hanno permesso l'estrazione dei contenuti in chiaro. La tecnologia è stata insomma bypassata, i rip HD DVD sono già in circolazione su BitTorrent e lo stesso Myslix64 ha sempre sostenuto che il suo metodo si limita ad implementare AACS in maniera diversa, non a crackarla. Ciò non toglie che la cosa sia stata utile allo scopo, e che l'alta definizione sia già a portata di mano, o meglio di sharing, senza dover spendere un solo centesimo per uno dei costosissimi lettori hi-def. La colpa, secondo l'organizzazione, è di chi ha prodotto quei player, non certo di AACS in se. Ma Muslix64 ha sostenuto che un sistema di protezione è tanto più robusto quanto più l'anello debole della catena protettiva (in questo caso i player software) riesce a resistere alle sollecitazioni del cracking. In questo caso la catena si è spezzata dopo solo poche ore di lavoro, e sarà ora dura, sostiene ancora l'hacker, invalidare il sistema impiegato per l'estrazione delle Volume Key: al contrario delle cosiddette Device Key, presenti nei dispositivi di lettura, le chiavi di volume non possono essere revocate dal sistema pensato dall'industria per combattere simili azioni di cracking, a meno di revocare gli stessi contenuti e quindi i dischi originali, che gli utenti non potrebbero più visionare su un player aggiornato via Internet o attraverso i nuovi dischi in uscita. Una scelta suicida, che secondo Muslix64 non verrà mai presa in considerazione dall'industria. La risposta, quindi, con tutta l'evidenza dei fatti non c'è stata: le aziende hanno tentato di negare la realtà, minimizzando la portata degli attacchi alla loro DRM e promettendo battaglia contro chiunque provi a colpire i loro lauti interessi in gioco. Anche per questo, Muslix64 dice che si defilerà per un po' . Almeno finché i dischi Blu-ray non cominceranno ad implementare i layer protettivi aggiuntivi, e a rendere più interessante la sfida di crack/aggiramento della tecnologia anticopia. Segnala ad un amico |
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