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				  La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto. È storia. In origine c'erano i tardivi digitali, coloro che sono nati e cresciuti senza tecnologia, che non ne sentono il bisogno e la guardano con sufficienza. C'erano anche gli immigrati digitali, che per necessità o costrizione, quantunque nati con l'analogico, hanno dovuto fare i conti con la tecnologia e usarla. Oggi ci sono i nativi digitali, nati con PC e cellulare. Ma già superati. Gli ultimi nati imparano a camminare e a parlare parallelamente all'uso di smartphone e tablet. Una ricerca di Common Sense Media negli Stati Uniti rileva che il 38% dei bimbi di 2 anni ha già posato le proprie mani sul un dispositivo di mobilità. Il 63% dei minori di 8 anni ci gioca, il 30% per leggere. L'impiego di tablet e prodotti similari da parte dei più piccoli rappresenta un nuovo campo di battaglia per le aziende. I colossi dell'ICT, tra cui Intel, Facebook e Google hanno già cominciato a produrre software educativi e libri di testo interattivi. Non tutti però accolgono i mobile born con entusiamo. La sorella del fondatore di Facebook, Randi Zuckerberg, ha dato alla stampa un libro la cui protagonista, Dot, è una bambina che scopre la bellezza e il divertimento che il mondo regala solo dopo aver accantonato lo smartphone. Segnala ad un amico | 
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